Il weekend del 71° GP d’Italia è stato un incubo per la Scuderia Ferrari e, dopo il 13° e 17° posto in qualifica, si è concluso con un doppio ritiro. Il punto però
non è il doppio ritiro in sé, che nelle corse ci sta. Il punto non è nemmeno la tensione e la figura rimediata nel GP di casa – fortunatamente, a questo punto ci viene da dire, a porte chiuse, perché senza le misure anti-Covid i tifosi avrebbero affollato come ogni anno ogni centimetro dell’Autodromo e ne sarebbero usciti moralmente a pezzi. Il punto è il rischio che in entrambi i casi i piloti hanno corso, frutto di una SF1000 che non va. Aerodinamica, motore, meccanica, affidabilità, strategie: non va niente. Quando Sebastian Vettel ha sfondato le barriere fortunatamente di polistirolo nel giro 6 abbiamo scritto su Twitter: “L’agonia di Seb5 è finita“.
A Charles Leclerc è andata peggio quando dopo la ripartenza nel giro 24 è finito fuori alla Parabolica. Un incidente terrificante, da cui è uscito dolorante ma fortunatamente illeso. Molti hanno scritto che la colpa è stata sua, perché è andato oltre il limite: il punto è che se avessero una monoposto all’altezza né lui né Sebastian sarebbero costretti a superare quel limite per cercare di racimolare dei punti. Guardare le classifiche se qualcuno avesse dei dubbi: Leclerc 7°, Vettel 13°. E nel Costruttori la Ferrari è sesta, alle spalle di Mercedes, Red Bull, McLaren, Racing Point e Renault. 61 punti contro non diciamo i 281 della Mercedes, ma i 98 della McLaren!
Adesso si va al Mugello (con i biglietti in saldo al 50% per cercare di mettere una pezza all’ideona di averli messi in vendita a prezzi fuori da ogni logica, benché si tratti di un evento unico), per festeggiare i 1000 GP sul circuito di casa – questo nel vero senso della parola, visto che è di proprietà della Ferrari. E stamattina circola voce che la livrea delle macchine sarà del rosso originario. Ma chissenefrega del colore, quando queste SF1000 sono inguidabili e stanno distruggendo due ragazzi che hanno capacità da vendere – uno giovane e rampante, a differenza del Cavallino, l’altro un quattro volte Campione con esperienza da vendere alle spalle? Non bastano le dichiarazioni di Mattia Binotto, che non aggiungono niente a quello che abbiamo visto. Non ci interessa se l’amministratore delegato Louis Camilleri ha detto che noi giornalisti italiani siamo delle carogne: le nostre non sono critiche per partito preso, ma osservazioni da addetti ai lavori, che faremmo anche se nella stessa situazione ci fosse qualunque altro team. Ma si dà il caso, dottor Camilleri, che noi siamo italiani e siamo cresciuti con l’ammirazione per una squadra italiana che ha fatto la storia della F1. Nulla a che fare col tifo: con questa situazione a rimetterci è la Formula 1 stessa. Di seguito le dichiarazioni post-gara dei due piloti e del team principal. E da notare: sono loro stessi che parlano di problemi di affidabilità, non noi giornalisti carogne. Personalmente ci fa piacere solo una cosa: che entrambi stiano bene. La vostra fortuna? Che le vendite del prodotto non risentano (almeno per ora) della crisi F1. E soprattutto che l’amore dei tifosi per la Scuderia e la sua storia sia infinito.
Barbara Premoli
Charles Leclerc: “È stata una gara molto difficile, nella quale ho sofferto moltissimo con il bilanciamento della mia vettura. Al momento della Safety Car ho pensato che fossimo stati molto sfortunati, ma grazie al fatto che la pitlane è rimasta chiusa l’aver già effettuato il pitstop si è rivelato un vantaggio. Al momento dell’incidente eravamo in una posizione molto buona anche se stavo faticando parecchio con le gomme Hard. Stavo però provando a spingere il più possibile quando ho commesso un errore in seguito al quale ho perso il posteriore e sono andato a sbattere alla Parabolica. L’urto è stato abbastanza forte ma sto bene. Ho qualche dolore qua e là ma direi che è comprensibile. Gli ultimi due weekend sono stati molto difficili per tutta la squadra ma purtroppo in questo momento le cose vanno così e dobbiamo sperare di riprenderci presto, magari già dal Mugello la prossima settimana”.
Sebastian Vettel: “È un momento molto difficile per tutto il team e io come tutta la squadra sto soffrendo per questa situazione. Purtroppo è la nostra realtà attuale e dobbiamo cercare di fare del nostro meglio per avere una seconda parte di stagione dignitosa, poiché ci sono ancora tante gare davanti a noi. C’è molto lavoro da fare e ci dobbiamo concentrare su quello. Per quanto riguarda la mia gara posso solo dire che è stata piuttosto corta dal momento che ho avuto quasi immediatamente problemi ai freni. Sono arrivato alla prima staccata ma la vettura non ha rallentato e sono stato costretto ad andare lungo nella via di fuga: meno male che è successo in quel punto. Dobbiamo tenere la testa alta, anche se il momento non è per niente facile. Ora andiamo al Mugello, una pista completamente differente, e forse là potremmo trovarci in una forma migliore e avere un weekend senza problemi”.
Mattia Binotto, Team Principal: “Il doppio ritiro di oggi è la conclusione peggiore di un fine settimana molto difficile. Dopo il Belgio sapevamo che anche qui saremmo stati in grossa difficoltà e così è stato, come si è visto ieri in qualifica, ma non vedere la bandiera a scacchi con nessuna delle due vetture fa male. Dispiace ancora di più che uno dei due ritiri, quello di Sebastian, sia avvenuto a causa di un problema di affidabilità della vettura: situazioni del genere – in questo caso un guasto all’impianto frenante – non devono accadere. È una stagione molto dura ma è nelle difficoltà che si diventa più forti. Dobbiamo guardare avanti: sono tutte lezioni che ci devono servire per costruire il futuro. Detto questo, non dobbiamo mollare assolutamente, a partire già dalla prossima settimana al Mugello, dove ci attende l’appuntamento speciale con il millesimo Gran Premio della nostra storia in Formula 1.”