Party mode tolto? Ebbene non è cambiato niente. Almeno non in casa Mercedes, il team che si credeva di danneggiare con la nuova regola introdotta per Monza, con Lewis Hamilton che ha conquistato la 94° pole (la settima nel Tempio della Velocità) precedendo di 0,069s il compagno di squadra Valtteri Bottas. Terzo un incredibile Carlos Sainz che, viste le prestazioni della McLaren, forse qualche rimpianto per una firma affrettata lo starà avendo. Anche perché le Ferrari, nella gara di casa, non sono entrate in top 10, prima volta che accade dal 1984.
Bottas che sembrava poter tirare la zampata, ma nel secondo run l’inglese ha fermato i cronometri sull’1.1.18.887 a una media di 264.362 km/h, nuovo record della pista e nuovo giro più veloce nella storia della F1, che gli è valso la 68° pole per la Mercedes. Dietro alle inarrestabili Mercedes, come dicevamo la McLaren di Carlos Sainz, che l’ha spuntata sulla Racing Point di Sergio Perez. Per lo spagnolo – che lascerà Woking a fine stagione per Maranello – si tratta della seconda P3 della stagione e la terza del team, che non partiva nella top 3 a Monza dalla prima fila del 2012. Quarto Perez, per l’ottava volta in carriera, seguito dalla Red Bull di Max Verstappen, per la prima volta oltre la seconda fila dall’inizio dell’era ibrida nel 2014.
Per quanto fossero preparati, una doccia fredda per la Ferrari , con Sebastian Vettel fuori nel Q1 e che partirà 17°. Ma non andrà meglio al poleman e vincitore del 2019 Charles Leclerc, 13°, che via radio ha ripetuto due volte sconsolato “Ho fatto il meglio che potevo“. Una cosa che ha dell’incredibile per la Scuderia, la peggior qualifica nella gara di casa da oltre 35 anni. Ed era dal 1962 che una Rossa non partiva dalla penultima fila. Questi sono fatti e l’amministratore delegato Ferrari Louis Camilleri poi non può dire che i media italiani mettono troppa pressione sulla squadra, “che a volte sono brutali chiedendo di veder saltare delle teste“: riportiamo semplicemente i fatti. E poi delle teste, comunque, sono saltate… Vettel – solo per fare un nome – a noi risulta che a fine anno vada.
Settimo Lando Norris (nella sua 15° partenza consecutiva nella top 10) davanti a Daniel Ricciardo, Lance Stroll e Alexander Albon (cui sono stati cancellati tre giri per aver superato i limiti della pista), con l’AlphaTauri (in cerca dei primi punti a Monza dal 2013) di Pierre Gasly a chiudere la top 10.
“No party. No Problem” ha scritto la Mercedes in un tweet subito dopo il termine delle qualifiche. E’ la realtà. L’avevano detto in diversi negli scorsi giorni, incluso Helmut Marko, che per loro non sarebbe cambiato niente, caso mai i problemi li avrebbero avuti altri. La gara è domani, ma basta ascoltare le dichiarazioni di Leclerc e Vettel e soprattutto guardare i loro occhi e le loro espressioni (anche se solo in TV) per capire che di speranze non ce ne sono. Le tribune vuote sono di una tristezza infinita, le sagome di cartone non applaudono, non incitano, non spingono. Ma per loro fortuna non fischiano neppure. Non i piloti, ma chi ha trascinato la Scuderia Ferrari in un pozzo di cui non si vede il fondo. Si pensa sempre di averlo raggiunto e invece no…
Barbara Premoli