Ma questa F1 inizia o non inizia? E se inizia, da dove inizia? Un momento tutto sembra chiaro, il momento dopo no. Poi leggo che Jackie Stewart in Inghilterra ha detto che la F1 non dovrebbe nemmeno pensare di poter svolgere il campionato 2020 senza il GP di Gran Bretagna perché sarebbe un disastro per il motorsport. Ok. Però quest’anno mi pare che abbiamo già rinunciato al GP di Montecarlo. Non è parte della storia il GP del Principato? Rischiamo noi stessi di non avere un GP d’Italia a Monza. E Monza, se lor signori inglesi permettono, è nata prima di Silverstone.
Non è che tutta questa moina su dove, come, quando la F1 scenderà in pista dipenda proprio dai team inglesi che vogliono la doppia gara sul suolo d’Albione? La F1 con il suo carrozzone di team e personale da diverse parti d’Europa stenta a trovare una quadra sul calendario in balìa dell’evoluzione della pandemia COVID19 e dalle regole sanitarie dei vari Stati che ne conseguono. Dall’altra parte dell’Atlantico la Nascar è già scesa in pista, mentre dal 6 giugno vedremo anche l’IndyCar che ricomincia dal Texas. Certo per loro che corrono nello stesso continente tutto è più semplice rispetto allo spostarsi da una nazione all’altra. A questo punto lancio una provocazione. L’America ha moltissime piste. Solo tra Austin, infield di Indianapolis, Laguna Seca, Sonoma, i primi che mi stanno venendo in mente, ci si potrebbero fare 3 o 4 gare in attesa che in Europa si possa volare ed evitare quarantene. Si spedisce la merce negli USA e fino a fine luglio ci sarebbe l’opportunità di correre là. Perché una doppia gara per forza a Silverstone sì e non una doppia gara ad Austin? Quale sarebbe il problema? I team inglesi che per forza non vogliono perdere Silverstone? A pensar male a volte si fa peccato, ma quasi sempre…
Riccardo Turcato