Ci sono libri che restano particolarmente nel cuore. Per come sono scritti e per la storia che raccontano. Alboretro, scritto da Ermanno Alboreto, fratello di Michele, è uno di questi.
Oggi sono 19 anni che Michele ci ha lasciati. Sembra ieri. In onda in TV stava andando uno speciale della Macchina del Tempo, di Cecchi Paone, dedicato ad Ayrton Senna. E poi apparve quella scritta in sovraimpressione che ci diceva che Michele ci aveva lasciati per sempre, a causa di un terribile incidente al Lausitzring mentre stava testando il prototipo Audi R8. Ricordo quegli attimi di sgomento in modo nitido, ero a casa dei nonni, il 25 aprile, si stava concludendo una giornata di festa.
No, Michele, no. Eppure era tutto vero. C’è un passaggio del libro del fratello che mi è tornato in mente in queste ore. Scrive Ermanno nel suo libro Alboretro: “Il fumetto preferito da Michele e me s’intitolava Michel Vaillant. Il nostro eroe di allora. Dalla lettura di questi fumetti, Michele ebbe l’idea di organizzare la squadra GM (Garage Michele) e, dal momento che questa non poteva correre da sola, anche il team GE (Garage Ermanno)… Per costruire i box dei nostri bolidi usavamo piccole scatole di cartone colorato sulle quali disegnavamo alcuni simboli pubblicitari immaginando fossero i nostri sponsor. Le gare avevano luogo in casa, lungo uno dei corridoi, oppure in cortile, dove ci impartiva lezioni su come affrontare le curve nel modo migliore… Arrivò a possedere così tante macchinine che un giorno arrivò a propormi un contratto. Aveva bisogno di maggior spazio per i propri bolidi e non si fece scrupoli a relegare la mia piccola e meno importante collezione in un remoto angolo della stanza. Aveva solo 10 anni. Immaginate l’orgoglio di mio fratello quando si trovò in prima persona all’interno di alcune storie del mitico Michel”.
Michel Vaillant è il mito di tutti noi appassionati di motori. E’ il pilota per eccellenza che vive, corre e affronta tutta la storia del motorsport. Le matite di Jean Graton sono arte pura. Michele ha avuto l’onore di essere fianco a fianco di Michel. In un fumetto di base molto nazionalistico dove, piloti francesi e francofoni a parte, venivi disegnato solo se eri un grande campione. E’ un dettaglio non di poco conto.
Michele appare in tre storie. Addirittura, ha l’onore di essere disegnato come amico di Michel ne “La sfida dei bastioni”, nel celebrativo 50° numero di Jean Graton. Michele, con Berger, Boutsen e Alliot, sfidano il team Vaillant in una gara storica rievocativa dove sono impegnate in pista tutte le vetture disegnate da Graton per il team francese. I quattro corrono sotto identità segreta e visiera scura per mettere pressione a Michel. Sono il poker d’assi e sveleranno la loro identità solo alla fine di tutte le gare storiche. Michele è l’asso di Picche.
In “Steve e Julie”, Michele è impegnato nel GP d’Italia 1984. Ne “Il boss di Francorchamps”, in un tiratissimo GP del Belgio 1988, iniziato sotto un vero e proprio diluvio, Michele è tra i protagonisti di una gara movimentata dal pilota e miliardario texano Stanley Newton. Amico. Di Michel Vaillant, come scrive Graton. Amico di tutti noi, che per anni abbiamo trepidato e gioito con lui.
Riccardo Turcato