Ci sono notizie che le leggi e non credi ai tuoi occhi, come quella che riguarda Tatiana Calderon. Ti aspetti che certe cose non avvengano in periodo di pandemia e invece scopri che dall’altra parte del mondo dal 19 al 26 marzo si sono svolti regolarmente test pre-stagione per un campionato assolutamente secondario, per non dire inutile. E poi ti aspetti che una donna sia più sensibile e meno grezza dei “maschiacci”. Quanto ci si sbaglia… Così come leggerete, la Calderon prima parla di quanto sia stato molto strano andare in Giappone in piena pandemia per testare la sua nuova monoposto di Super Formula per il 2020 – con tutte le attività, incluse quelle sportive, ferme, la Serie è andata avanti come niente fosse con i test pre-stagione. Ma lei avrebbe potuto rifiutarsi di andare.
Descrive il viaggio, l’atmosfera al Fuji, pubblica selfie sui suoi social e poi se ne esce tranquilla a dire quanto sia stato figo tornare in macchina nel bel mezzo della crisi e scoprire anche un nuovo circuito. Non ci siamo, Tatiana, anche quando alla fine dici “Speriamo che i team di F1 sopravvivano alla crisi“. Una persona intelligente e sensibile dovrebbe soltanto dire “Speriamo che il mondo ne esca e cessino contagi e morti”. E non lamentarsi di aver dovuto prendere due taxi per tornare a casa. Cosa proviamo? Vergogna. Quella che dovrebbe provare lei. Abbiamo scelto di scriverne proprio perché si sappia che non è vero che il dramma coronavirus migliora le persone. Gli insensibili restano tali e si commentano da soli. E la dignità non è cosa che compri al supermercato.
“E’ stata una vera follia“, ha detto la Calderon, che è anche test driver Alfa Romeo, al giornale svizzero Blick che le ha chiesto del suo viaggio dalla Spagna al Giappone. “La situazione in Spagna è drammatica, ma il mio nuovo team in Giappone ha assicurato che il test si sarebbe svolto. Fortunatamente non abbiamo dovuto fare la quarantena quando siamo entrati in Giappone, come per italiani e cinesi. L’atmosfera al Fuji era molto strana, tutti indossavano mascherine. Ma sono felice di aver potuto conoscere la mia nuova macchina, il mio nuovo team e un nuovo circuito. E’ stato bello tornare in macchina durante questa crisi. Chissà quanto durerà.
L’aereo per Tokyo è stato organizzato dall’ambasciata spagnola e ci hanno detto che sarebbe stato l’ultimo, una cosa strana. L’enorme aeroporto era completamente deserto, al massimo c’erano 100 persone sull’aereo, tutti distanziati e con mascherine e guanti. Molto strano, quasi pauroso. Grazie al cielo è andato tutto bene. Madrid è una città fantasma, senza bus. Io e mia sorella abbiamo dovuto prendere due taxi dall’aeroporto perché possono trasportare solo una persona. Folle“.
La Calderon sperava di poter guidare l’Alfa Romeo Racing F1 quest’anno, ma ammette che al momento è probabilmente impossibile: “La cosa più importante è che tutti i team sopravvivano alla crisi e ne escano nel miglior modo possibile“. Noi fossimo l’Alfa Romeo Racing la monoposto gliela faremmo vedere solo in fotografia…
Barbara Premoli