Carlos Ghosn era da tempo agli arresti domiciliari a Tokyo, in attesa di processo dopo essere stato accusato di una serie di reati, tra cui false dichiarazioni fiscali e uso indebito di fondi aziendali. Ma quello che sul suo profilo Twitter si definisce “Father, Husband, Former Chairman and CEO of Nissan Motor, Renault, Former Chairman of Mitsubishi Motors, Former Chairman and CEO of the Alliance” ha beffato tutti, lasciando il Giappone e volando in Libano, Paese natale dei suoi genitori e dove è cresciuto, prima di andare in Francia. Il Libano, che è anche il Paese della moglie Carole e non ha trattati di estradizione con il Giappone.
Dopo che la notizia ha iniziato a fare il giro del mondo, con i suoi avvocati che si dicono ovviamente all’oscuro di tutto, sono arrivate le dichiarazioni dello stesso Ghosn: “Adesso sono in Libano e non sarò più tenuto in ostaggio dal sistema giudiziario giapponese fraudolento in cui si presume la colpa, la discriminazione dilaga e vengono negati i diritti umani basilari, in flagrante disprezzo degli obblighi legali nei confronti del diritto e dei trattati internazionali che il Giappone è tenuto a rispettare. Non sono fuggito dalla giustizia: sono sfuggito all’ingiustizia e alla persecuzione politica. Ora posso finalmente comunicare liberamente con i media e non vedo l’ora di iniziare a farlo dalla prossima settimana“.
Per noi vige la regola che nessuno è colpevole fino a prova certa e a sentenza, quindi attendiamo con impazienza di conoscere la verità di Carlos Ghosn sulla vicenda che lo vede coinvolto da novembre 2018. Concedeteci il titolo: perché se fosse scappato dall’Italia o dalla Francia sarebbe stata una cosa praticamente normale, no? Ma farla ai giapponesi… Il processo andrà avanti, magari un giorno sarà costretto a tornare in Giappone o magari sarà giudicato innocente. Intanto attendiamo le sue dichiarazioni. E chissà che non saltino fuori delle belle sorprese. Possibile che, se reato c’è stato, nessuno ne sapesse niente? Molto probabile che qualcuno passi un Capodanno agitato…
Barbara Premoli