Sul podio del GP d’Ungheria 1992 finalmente Nigel Mansell festeggia il tanto agognato Titolo mondiale che più volte gli era sfuggito. Basti pensare al 1986, al 1987 o al 1991. Su quel podio, Senna lo guarda e gli dice le seguenti parole: “Congratulazioni Nigel. E’ una bella sensazione vero? Ora capisci perché a volte sono così bastardo in pista. Non voglio condividere questa sensazione con nessuno… Tantomeno che la provi qualcun’altro…“. Queste sono parole riportate nell’autobiografia di Nigel.
Ma per arrivare al podio Mondiale d’Ungheria di quel 1992, dobbiamo fare un salto DownUnder, ad Adelaide, nel 1991. In uno dei diluvi più incredibili che la storia della F1 ricordi Nigel, che aveva perso la speranza mondiale a Suzuka la gara precedente, sta lottando contro il neo campione del mondo Senna. I due, avvolti in una nube d’acqua, non vedono nulla, ma lottano come fosse la prima gara di campionato. Mansell dichiara di farsi addirittura guidare dal suo ingegnere dai box che stava vedendo la gara in TV, per capire se aveva strada libera o no davanti. Nigel prova ad attaccare Ayrton ma parte in aquaplaning, sbatte contro un muretto e si rompe il piede sinistro. La gara viene interrotta anzitempo. Nigel approfitta del caos post gara per scappare via e non far sapere a nessuno che si è rotto il piede. Nemmeno a Sid Watkins. Con la mente, in volo dall’Australia verso la nuova casa in Florida, pensa già all’arma totale che stava preparando la Williams, la FW14B, per il 1992. Il problema del piede rotto però resta e peggiora sempre di più. Atterrato, va subito in ospedale. La diagnosi che gli si prospetta è del tutto negativa in chiave 1992. Il piede rotto necessita di un’operazione. Poi tre mesi di stampelle e la riabilitazione. Nigel non può accettare tali condizioni. Vorrebbe dire perdere l’occasione di vincere il Mondiale nel 1992. Rifiuta l’intervento. Per cercare di camminare normalmente fuori dall’abitacolo, si fa costruire degli inserti in fibra di carbonio da infilare nella scarpa per tenere rigido il piede e insieme le ossa fratturate. Si fa fare degli stivaletti da corsa appositi per cercare di alleviare il dolore e alleggerire la pressione sul piede, ma sono tutti palliativi.
A ogni fine gara la Williams gli mette a disposizione uno stanzino dove Nigel entra, piange e urla dal dolore prima di ripresentarsi ai media. Vincerà 9 gare, di cui 5 di seguito a inizio campionato. Le pole position saranno 14. E questo correndo tutta la stagione con un piede rotto. Si opererà a fine anno, prima di passare in Indycar, dove correrà per il team Newman-Haas. Alla Williams arriverà Alain Prost. Ma questa è un’altra storia.
Il casco che trovate in edicola è proprio quello della stagione 1992 di Nigel. Prodotto da Spark in scala 1:5, è apprezzabile il fatto che si possano trovare le decals dei brand di birra e di sigarette. Purtroppo c’è un difetto comune a tutte le uscite: le decals del marchio di birra, che dovrebbero seguire la forma della calotta, sono state prodotte male e diritte. Il consiglio che mi sento di dare è quello di staccare le scritte e dividerle separatamente in tre, in modo di ridurre al minimo il difetto della decals errata. Inoltre la decal superiore bianca e rossa della calotta non è posizionata bene. Un vero peccato per uno dei caschi più iconici della F1. Il modello comunque merita l’acquisto e lo potete trovare in edicola nella serie edita da Centauria “Caschi dei più grandi piloti di sempre”.
Riccardo Turcato