Un GP del Brasile per appassionati dalle coronarie forti. Così si può riassumere la gara vinta da un grandissimo Max Verstappen, con Pierre Gasly al suo primo podio in carriera. Red Bull e Toro Rosso, in una domenica nel segno della Honda. Sul terzo gradino Lewis Hamilton, ma solo per la cerimonia e le foto, perché a fine gara è stato penalizzato di 5 secondi per il contatto con Alex Albon. E sul podio di un GP pazzesco sale quindi Carlos Sainz con la McLaren.
Per Verstappen il weekend perfetto fin dal venerdì, coronato con la pole di ieri, rivincita della vittoria persa nel 2018 a causa del contatto con Esteban Ocon. Per l’olandese, la terza vittoria della stagione e l’ottava in carriera. Autore di sorpassi al cardiopalma, decisi e perfetti, si porta a casa una vittoria meritatissima e niente da fare, piaccia o no, faccia discutere o no, ha la stoffa del campione che ci riserverà grandi cose. Il suo unico limite è quando scivola in dichiarazioni eccessive, tipo quelle sulla Ferrari.
Ah.. la Ferrari. Eh già, c’erano anche loro oggi a Interlagos. Ma sono uscite di scena nel peggiore dei modi, in stile Singapore 2017. A una manciata di giri dalla fine, nel giro 66 dei 71 previsti, quando erano quarto e quinto, Vettel e Leclerc si sono toccati e ritirati entrambi, gettando al vento punti e soprattutto gettando fango sull’immagine di una squadra che proprio ieri ha compiuto 90 anni. Una squadra che ha pecche non solo dovute ai piloti, ma anche al muretto, perché i punti di oggi servivano, e qualcuno in certe circostanze ha il dovere di dire “Fermi e non fate stronzate, gli ordini li diamo noi“. Nel post-gara la voce e l’espressione di Mattia Binotto hanno detto più delle parole e il fatto che la squadra abbia deciso di non fare il debrief è pesante.
Dopo il contatto delle Rosse e la ripartenza dopo la safety car, a due giri dalla fine è arrivato quello tra Lewis Hamilton e la Red Bull di Alex Albon, che è passato dal podio al 14° posto, poi Gasly è riuscito a tenere dietro Hamilton conquistando il primo podio in F1.
Peccato che i commissari abbiano deciso di investigare l’incidente Hamilton/Albon dopo la gara… perché sul podio oggi doveva salire subito Carlos Sainz, vista l’evidenza dei fatti e le stesse ammissioni di Hamilton. Partito 20°, quarto e poi a podio: una gara memorabile per lo spagnolo, che ha chiuso davanti alle Alfa Romeo di Kimi Raikkonen e Antonio Giovinazzi, alla Renault di Daniel Ricciardo, alla McLaren di Lando Norris, alla Racing Point di Sergio Perez e alla seconda Toro Rosso di Daniil Kvyat a chiudere la top 10.
Una gara che se ve la siete persa, guardatela, ne vale la pena… è davvero successo di tutto, incluso il ritiro con la power unit in fumo di Valtteri Bottas, il primo per la Mercedes dall’Austria dello scorso anno. Ma la classifica potrebbe essere ancora rivoluzionata perché sembra che alcuni piloti abbiano usato il DRS in regime di bandiere gialle… Che gara… Interlagos non tradisce mai. E l’autodromo che alla fine esplode in quel “Senna, Senna“… un pieno di entusiasmo che dobbiamo far durare fino al prossimo anno. Altro che andare a Rio de Janeiro!
Barbara Premoli