Quarta vittoria della stagione nel GP degli USA per Valtteri Bottas, nel giorno in cui Lewis Hamilton entra nella storia conquistando il sesto Titolo, dopo aver chiuso al secondo posto davanti alla Red Bull di Max Verstappen. Un weekend e una gara impeccabili quelli del finlandese che, partito dalla pole, ha portato a casa il massimo risultato, quello che gli avrebbe consentito di tenere aperta la lotta per il Titolo. Tutto inutile, vista l’impresa del compagno di squadra di riuscire a completare i 56 giri del COTA con una sola sosta, assicurandosi il terzo Titolo consecutivo: da oggi solo lui e Michael Schumacher sono a quota sei in F1. Giornata da incorniciare anche per Max Verstappen, al secondo podio consecutivo ad Austin, terzo a soli 0.854s da Hamilton e che molto probabilmente l’avrebbe passato senza le bandiere gialle per l’uscita della Haas di Magnussen proprio nel penultimo giro.
Da dimenticare invece la domenica della Ferrari, che porta a casa il quarto posto con Charles Leclerc, con un distacco di oltre 52 secondi da Bottas. Ma il suo problema al pitstop non è niente rispetto al cedimento della sospensione posteriore destra sulla SF90 di Sebastian Vettel nel giro 9. Partito dalla seconda posizione, il tedesco ha lamentato subito problemi, perdendo posizioni, fino al ritiro improvviso. La Ferrari adesso dovrà indagare sulla causa del cedimento, che avrebbe potuto avere serie conseguenze se fosse avvenuto in un altro punto della pista…
Quinto Alex Albon, dopo tre soste e un contatto al primo giro con la McLaren di Carlos Sainz. Gran gara anche per Daniel Ricciardo che ha portato la Renault al 6° posto, tenendo a bada le McLaren di Norris e Sainz. A chiudere la zona punti la seconda Renault di Nico Hulkenberg (che in settimana dovrebbe annunciare i programmi 2020, che sembra lo porteranno al DTM) e la Toro Rosso di Daniil Kvyat. Ma il punto del russo è durato poco, visto che subito dopo il termine della gara i commissari gli hanno dato una penalità di 5 secondi per la collisione nelle fasi finali con la Racing Point di Sergio Perez, che l’ha fatto quindi scivolare in 12° posizione, promuovendo proprio il messicano al 10° posto.
A parte i numeri, di questo GP ci resteranno delle immagini: il volto di Bottas, felice per la vittoria ma deluso per aver mancato l’obiettivo in cui credeva, consapevole di essere nel team migliore ma di avere le stesse chance di chi vuole svuotare il mare con un cucchiaino; la commozione e la gioia contenuta di Hamilton; Vettel che va nel retropodio a congratularsi col neo-campione e riesce a sorridere in modo spontaneo, sentito. Gesti che hanno un valore e che ricorderemo, proprio come ancora oggi ricordiamo il loro abbraccio in Messico l’anno scorso.
Barbara Premoli
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