Un vero trionfo nel GP del Messico per Lewis Hamilton che, grazie a una coraggiosa strategia di una sola sosta, ha avuto la meglio su Sebastian Vettel e sul compagno di squadra Valtteri Bottas. La vittoria numero 83 in carriera, arrivata con un mega stint di 48 giri, non gli è però bastata per conquistare il sesto Titolo, merito di un Bottas che ha saputo gestire al meglio non solo la gara ma anche tutta la tensione del weekend, incluso l’incidente di ieri in qualifica.
Per Hamilton si tratta del secondo successo in Messico ed è storico, in quanto è il suo 100° podio con il team ed è anche la vittoria numero 100 per la Mercedes come Costruttore. Negli ultimi tre anni il Titolo Piloti era arrivato proprio qui in Messico, ma almeno oggi, avendo vinto a differenza dell’anno scorso, si è goduto quel podio davvero speciale, con l’aggiuinta dell’americanata dell’ascesa sulla pedana con la monoposto! A proposito di “colore”, ma l’avete visto Vettel che scansava infastidito il personaggio mascherato con casco in testa quando era sul podio?
Quarto Charles Leclerc che ha preso il comando dalla pole, ma un secondo pitstop lento l’ha poi relegato ai piedi del podio, davanti alla Red Bull di un Alex Albon sempre più convincente. Dopo aver perso la pole a causa della penalità, Max Verstappen ha avuto un pomeriggio molto movimentato, col contatto al primo giro con Hamilton e poi quello nel giro 4 con Bottas, in cui una foratura alla posteriore destra l’ha costretto a tornare ai box e poi, dalla 20° posizione, ha rimontato fino alla 6° finale (anche se a oltre un minuto da Hamilton) dopo uno stint di ben 66 giri sulle hard.
Settimo l’eroe di casa Sergio Perez con la Racing Point, che nelle fasi finali è riuscito a resistere agli attacchi di Daniel Ricciardo, con le Toro Rosso di Daniil Kvyat e Pierre Gasly 9° e 10°– ma solo dopo un contatto tra Kvyat e Nico Hulkenberg che ha fatto finire la Renault contro il muro alla curva 16, perdendo l’alettone. Subito dopo la gara (grazie per non averci fatto aspettare ore come ieri!) , i commissari hanno dato una penalità di 10 secondi al pilota russo, che scivola quindi in 11° posizione, con Hulkenberg 10° e quindi oggi doppio arrivo a punti per la Renault (che speriamo resti, non come in Giappone…), nel giorno in cui i rivali della McLaren hanno fatto il primo zero dal Belgio.
Quindi appuntamento tra pochi giorni per il GP degli USA, dove vedremo se il Titolo sarà assegnato o ancora rinviato a data da destinarsi. Intanto lasciateci dire una cosa: come siamo diventati tutti (o quasi) estremamente pesanti e polemici! Non riusciamo più a guardare una gara senza avere retropensieri o complottismi di ogni sorta. Ci riferiamo nello specifico alla Ferrari che, come ha detto Binotto, lascia il Messico con la delusione di una prima fila che non ha portato una vittoria. Ma non se ne può più di leggere sui social che la squadra favorisce uno e sfarorisce l’altro, che il problema al pitstop di Leclerc non è stato casuale, che sono pro-Vettel e contro Leclerc. Esattamente il contrario di quello che veniva scritto fino a qualche gara fa. Vettel ha fatto un gran weekend e non dimentichiamo che, 99 su 100, senza le bandiere gialle, la pole sarebbe stata sua. Il secondo posto è strameritato e se l’è sudato. Con una Ferrari finalmente competitiva, questo è Vettel. E nessuno dovrebbe sorprendersi, perché non è un rookie…
Se capita un errore di strategia o ai box (e oggi ne abbiamo visti diversi), è da malati solo pensare che sia voluto. Perché non dimentichiamo che i team corrono per i punti che equivalgono a soldi e nessuno rinuncia a una vittoria, a una doppietta o a un piazzamento migliore per fare un dispetto a un pilota o al suo entourage. La F1 è uno sport, ma da sempre è anche (e forse soprattutto) business.
Barbara Premoli
We’ve been busy since 2013 😉
1️⃣0️⃣0️⃣ podiums with the Team for @LewisHamilton!!
And how about that for an entrance… ⬆️ pic.twitter.com/wOuVryuRNj
— Mercedes-AMG F1 (@MercedesAMGF1) October 27, 2019