A inizio anno prima di Melbourne scrivevamo: “Nessuno chiede alla McLaren di vincere delle gare come faceva Red Bull lo scorso anno con lo stesso fornitore di motori. Probabilmente anche dei podii saranno difficili da ottenere. Ma di certo dal team di Zak Brown ci si aspetta un 2019 con forti segnali di voler uscire dalla palude tecnica del caos Honda e post-Honda. Vederla lottare costantemente per il Q3 e i punti. L’anno scorso il team papaya aveva un alibi enorme: l’aver accoppiato il motore Renault all’ultimo momento a un telaio studiato per le componentistiche Honda. Quest’anno non è così. Lo si capisce per esempio già se guardate l’airscoop che è in linea con le forme richieste dal motore francese. Hanno preso James Key dalla famiglia Red Bull. Arriverà dalla Porsche Andreas Seidl. Ha in Sainz un pilota conscio del grande lavoro che lo aspetta. Testa bassa, pedalare e questo ci piace”.
Ci troviamo ora nel post-Suzuka proprio con Carlos Sainz sesto in campionato con 76 punti.
VAMOS @Carlossainz55! 👏
A P5 finish for our smooth operator at the #JapaneseGP. Handshakes for the whole team after that one. 🤝 pic.twitter.com/1zKfZJ1hrx
— McLaren (@McLarenF1) October 13, 2019
La McLaren è quarta con 111 punti, di cui 35 portati dal giovane Lando Norris che ha dimostrato di avere le carte in regola per un futuro raggiante. Lando fatica ancora un po’ a mettere assieme il lavoro di un fine settimana in gara (anche se ai punti manca la splendida corsa di Spa con il ritiro all’ultimo giro) ma in qualifica ha dimostrato grandi doti velocistiche. Il resto verrà con l’esperienza.
Ma in queste righe vogliamo parlare di Carlos Sainz. Sì, perchè in un momento in cui tutte le attenzioni sono rivolte al duo del Cavallino Rampante, ai mondiali Mercedes, all’onnipresente Verstappen e ai suoi compagni di squadra, chi sta facendo una rivoluzione silenziosa, una grandissima stagione e non viene mai menzionato è proprio lui. Lo spagnolo giusto, ci viene da dire… Come vi avevamo anticipato. Carlos, a differenza del campionissimo connazionale, a cui piaceva fare la primadonna e parlare molto alla radio mettendo spesso in difficoltà il team (a volte anche a giusta ragione, per carità), sta rispondendo con i fatti in pista a chi prima dell’avventura papaya aveva dei dubbi su di lui. 76 punti. Una regolarità nel portare la McLaren là dove motore e telaio gli permettono e che in pochi si sarebbero aspettati. Non parla, lavora tanto e l’ambiente sicuramente ne trae giovamento. Ricorda moltissimo il padre, grande signore dei rally.
Always nice to have an extra pair of hands to help with pack-up. 📦 😅@LandoNorris @Carlossainz55 pic.twitter.com/Xx5EGim7fU
— McLaren (@McLarenF1) October 13, 2019
Forse l’unico appunto che ci viene da fargli, è che manca un po’ di velocità in qualifica, quella che a Norris sembra venire più naturale nonostante la più giovane età. Ma in gara, finora, Carlos è la sicurezza McLaren. Il pilota da cui ripartire, lui che è tra i migliori proprio quando il semaforo si spegne. Davanti c’è un 2020 dai tratti difficilmente pronosticabili per il team di Woking che si troverà ad affrontare la stagione con un motorista che ha deciso di lasciare. Con una monoposto 2021 che cambierà sia perché verrà installato il Mercedes, sia per i (forse nuovi) regolamenti. Speriamo che proprio dal 2021 con un motore della Casa a tre punte, Carlos possa finalmente raccogliere quello che merita per il grande lavoro che sta svolgendo, e che svolgerà sicuramente in futuro.
La McLaren ha in casa un duo che ben si amalgama alle necessità di crescita futura. Non ci sono le pressioni che portavano le superstar precedenti. C’è da lavorare… Carlos sembra essere il pilota giusto, al posto giusto, nel momento giusto. E non è poco…
Reacting to a silver bullet. Congrats @MercedesAMGF1 for another great constructors championship! 💪👌🏻 https://t.co/YA6sSUhvmx
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Riccardo Turcato