Charles Leclerc è stato penalizzato dai commissari FIA del GP del Giappone per non essersi fermato subito ai box per sostituire l’ala della sua Ferrari danneggiata nel primo giro. Per il monegasco 15 secondi di penalità, 5 per la collisione con Max Verstappen e 10 per la Ferrari che l’ha lasciato fuori con la maccina danneggiata. La penalità lo fa quindi passare dal 6° al 7° posto finale, con Ricciardo che guadagna una posizione, da 7° a 6°.
Leclerc ha rotto l’ala nel contatto con Verstappen alla seconda curva e la parte ha strisciato sull’asfalto pre tutto il primo giro. Il race director Michael Masi aveva timore che la parte si staccasse, ma la Ferrari gli ha detto che Leclerc sarebbe rientrato alla fine del secondo giro. La Scuderia l’ha poi lasciato fuori, visto che il danno non gli faceva perdere molto tempo, con la parte incriminata che ha ceduto nel secondo giro. I pezzi che sono volati via hanno colpito la Mercedes di Lewis Hamilton, rompendo il retrovisore destro e pezzi sono finiti anche nella presa d’aria dei freni della McLaren di Lando Norris (che ha avuto problemi di surriscaldamento). Come si legge nel comunicato FIA: “Questa parte di ala ha per poco colpito il cockpit della macchina #44 distruggendo lo specchietto. Dopo il distacco di questo secondo pezzo, il team ha ritenuto che la maccina fosse in condizioni di sicurezza e, nonostante avesse in precedenza detto al race director che sarebbe stata richiamata ai box, hanno detto al pilota di restare fuori e non rientrare. Nel giro 3 il race director ha chiamato il team dando ordine che la maccina tornasse ai box per essere controllata“.
Noi saremmo stati molto più severi: si riempiono la bocca della parola “sicurezza” e poi questi sono i risultati, lasciano in pista un pilota (dopo aver assicurato al race director che sarebbe rientrato) e fanno correre inutili rischi a chi sta dietro. Lo specchietto rotto di Hamilton e l’immagine del pezzo che vola dicono tutto. Qualcuno sul muretto ha sbagliato – e di grosso – e 10 secondi rispetto al rischio sono niente. Siamo a Suzuka e Jules Bianchi è stato nei pensieri e nel cuore di tutti in questi giorni, ancora più del solito. Anzi, dobbiamo correggerci, evidentemente non proprio nei pensieri di tutti, altrimenti certe decisioni vergognose non sarebbero state prese. Leggerezze che possono costare vite. Triste constatare che le tragedie non servano a niente.
Barbara Premoli