Il 12° round del WSBK, in programma dall’11 al 13 ottobre, si disputa in Argentina, sul Circuito San Juan Villicum. Realizzato con un investimento di 170 milioni di pesos, si trova a 22 km a nord dalla città di San Juan, non lontano dalla Route 40 che attraversa verticalmente tutto il Paese. Il tracciato è lungo 4.276 e presenta 10 curve a sinistra e 7 a destra. È stato inaugurato il 14 ottobre 2018, in occasione del penultimo round del Campionato del Mondo Superbike: durante Gara2 la Ducati Panigale R di Marco Melandri raggiunse i 308,6 km/h. Il rettilineo di partenza è lungo solo 546 metri ma le curve 7 e 8 sono separate da un altro rettilineo di un km. Il layout ricorda per certi versi quello della pista thailandese di Buriram, ma con molte più curve che obbligano i piloti a ricorrere ai freni con più frequenza rispetto alla pista asiatica. Secondo i tecnici Brembo che lavorano a stretto contatto con 15 piloti del Mondiale Superbike, il Chang International Circuit è uno dei circuiti più impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 4, identico alla pista di Magny-Cours su cui si è corso due settimane fa.
L’impegno dei freni durante il GP
Il Circuito San Juan Villicum è intervallato da 17 curve a cui corrispondono 9 punti di frenata, ben ripartiti lungo l’intera pista. Il tracciato alterna staccate violente, come la prima, l’ottava e la decima ad altre in cui la velocità diminuisce di 100 km/h ad altre ancora in cui la riduzione è di una ottantina di km/h. Nel corso di un giro i piloti fanno ricorso ai freni per poco meno di 30 secondi, un secondo e mezzo in più di Magny-Cours che però è più lungo. Nei 21 giri della gara argentina i freni sono usati per poco meno di 10 minuti e mezzo il che, unito alle alte temperature dell’asfalto, potrebbe tradursi in un innalzamento pericoloso delle temperature dei dischi in acciaio. Gli 1,16 g di decelerazione media sul giro sono il secondo valore più alto del Campionato del Mondo Superbike, inferiori solo ai round thailandese. Sommando tutte le forze esercitate da un pilota sulla leva del freno dalla partenza alla bandiera a scacchi il valore supera gli 825 kg, in linea con i valori di Misano e Assen.
Le frenate più impegnative
Delle 9 frenate del Circuito San Juan Villicum 3 sono considerate altamente impegnative per i freni, 5 sono di media difficoltà e la restante è di modesta difficoltà. La più dura in assoluto è la curva 10: arrivando a 237 km/h i piloti Superbike frenano per 4,9 secondi per impostare la curva a 59 km/h subendo una decelerazione di 1,4 g. Durante la frenata la pressione dell’impianto frenante raggiunge i 12,7 bar, Per essere completata la frenata richiede ben 188 metri. Più lunga in termini spaziali è la frenata alla curva 8: ben 254 metri necessari per passare da 295 km/h a 133 km/h: i freni vengono usati per 3,8 secondi con un carico sulla leva di 5,1 kg. Terza in ordine di importanza è la prima curva dopo il traguardo: in questo caso il carico sulla leva è più basso, 4,8 kg, così come la pressione dell’impianto, 10,3 bar, e la decelerazione, 1,3 g, ma la frenata richiede più tempo: 5,2 secondi per scendere da 257 km/h a 73 km/h.
Prestazioni Brembo
In entrambe le gare dell’unica edizione del round argentino disputata, nel 2018, si è imposto Jonathan Rea con la Kawasaki dotata di freni Brembo: con lui sul podio 2 volte Marco Melandri, una Toprak Razgatlioglu e Xavi Fores. Yamaha e Honda invece non sono ancora salite sul podio al Circuito San Juan Villicum.
Redazione MotoriNoLimits