Sapevate che due piloti russi hanno preso parte al primo gran premio nazionale, che si svolse a Sochi nel 2014? Daniil Kvyat era l’unico rappresentante locale in gara (per la Toro Rosso), ma all’allora ventenne durante le libere del venerdì si aggiunse un connazionale persino più giovane: Sergey Sirotkin. La Russia era vista come un mercato redditizio per la Formula 1, Sirotkin aveva fatto parlare parecchio nel 2013 quando Sauber ingaggiò un 18enne praticamente sconosciuto col progetto di farlo correre per il team nella stagione successiva. Gli addetti ai lavori sapevano che Sirotkin mostrava segni promettenti. Con lo scenario delle gare in Russia ancora agli albori, il pilota di Mosca era venuto in Italia per muovere i primi passi con le monoposto, vincendo il titolo in Formula Abarth a 16 anni prima di vincere delle gare in Auto GP. Poi arrivarono due anni in Formula Renault 3.5. Anche se il sedile da titolare in Sauber non arrive mai, restò con il team come test driver e scese in pista per la prima volta in quelle prove libere a Sochi.
Ma fu in GP2, l’attuale Formula 2, che Sirotkin si fece davvero notare. Al punto che, alla fine della stagione del debutto, ricevetto il Pirelli Trophy per il suo ottimo utilizzo dei pneumatici, un’abilità che lo aiutò a chiudere al terzo posto nella classifica generale. Risultato ripetito l’anno dopo, quando lottò con Pierre Gasly e Antonio Giovinazzi per il titolo. I risultati di Sirotkin lo aiutarono ad avere un ruolo nel team Renault F1, che incluse un’altra apparizione nelle libere a Sochi nel 2016, prima di passare dalla GP2 e concentrarsi a tempo pieno sul lavoro col team nel 2017. Poi arrivò il suo grande momento come pilota titolare con la Williams nel 2018. Portò sponsorizzazioni importanti al team, ma fu un test impressionante contro Robert Kubica che gli permise di fare l’accordo. La stagione fu però dura, la Williams aveva problemi di competitività con due piloti inesperti. Ma in circostanze difficili, Sirotkin fece un’impressione positiva, battendo il compagno di squadra Lance Stroll in qualifica durante la stagione ed essendo particolarmente veloce sulle strade di Monaco: un vero circuito da pilota. E ovviamente lo scorso anno era l’unico pilota in Formula 1, con Kvyat costretto a un break dopo essere stato allontanato dall’impero Red Bull.
Quest’anno, il cerchio si è chiuso. La Red Bull ha ripreso Kvyat, attraverso la Toro Rosso, mentre è il turno di Sirotkin fare un passo indietro: almeno per un po’. Ma il giovane russo non ha di certo abbandonato l’idea della F1. Con la sua crescente esperienza, è tornato in fretta alla Renault nel ruolo di pilota di riserva, posizione che ha anche in McLaren: raddoppiando le sue chances di tornare prima o poi in griglia. Ed è stato al volante della Renault che Sirotkin di recente è stato protadonista di una prima assoluta per F1 e Pirelli, completando il primo test dei pneumatici da 18 pollici per il 2021, inanellando 213 giri nel corso dei due giorni al Paul Ricard, contribuendo a raccogliere dati importanti per lo sviluppo dei pneumatici. Allo stesso tempo, è stato impegnato anche in una serie di gare endurance che hanno incluso Le Mans, e ha anche provato una monoposto di Formula E.Tornando dalla sua stagione a bordo pista, Kvyat garantirà che i tifosi russi abbiano un loro pilota da sostenere a Sochi, come è stato in tutti gli anni che la F1 vi ha corso. E mentre seguirà la gara dai box, Sirotkin potrebbe prendere ispirazione dal ritorno del connazionale per mantenere le speranze di tornare presto in griglia. Con il recente annuncio di Robert Kubica, adesso c’è un sedile libero nel suo vecchio team: la Williams. In passato abbiamo assistito a ritorni più insoliti. Basta chiedere a Daniil Kvyat.
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