Belgio 2018, 22 GP, 392 giorni: tanto è passato dall’ultima vittoria di Sebastian Vettel che oggi a Singapore ha sfruttato al meglio la situazione chiudendo
davanti a Charles Leclerc e a Max Verstappen. Nelle prime fasi di gara il tedesco sembrava tagliato fuori dalla lotta per la leadership, alle spalle di Leclerc e Hamilton, con tutti molto attenti a gestire le gomme per la strategia su una sola sosta. Ma quando Nico Hulkenberg ha anticipato il pitstop per la foratura rimediata nel contatto con Carlos Sainz, la Ferrari ha scelto di far rientrare per primo Vettel per proteggerlo, dato che era nella posizione più vulnerabile. La cosa ha funzionato e Vettel è tornato in pista proprio davanti alla Renault. Con i pneumatici nuovi il suo passo è stato tale da fare l’undercut su Leclerc, rientrato nel giro successivo e uscito proprio alle spalle del compagno di squadra – situazione che il monegasco non ha digerito, nonostante le dichiarazioni diplomatiche di fine gara sul “bene della squadra“.
Via radio Leclerc ha anche criticato diverse volte la chiamata e chiesto di avere più potenza per poter attaccare Vettel, ma il team gli ha detto di mantenere la posizione e di portare a casa la macchina. Con l’aiuto di tre Safety Car, per gli incidenti di George Russell e Kimi Raikkonen e il ritiro di Sergio Perez, Vettel è riuscito a gestire i pneumatici conquistando la quinta vittoria a Marina Bay, con Leclerc a 2,6s e Max Verstappen a completare il podio con la Red Bull, dopo aver beneficiato di un pitstop anticipato per fare l’undercut su Hamilton, relegando il campione in carica alla quarta posizione. Quinta l’altra Mercedes di Valtteri Bottas, che ha avuto l’ordine dal team di sollevare il piede per permettere a Hamilton di fare il pitstop e rientrare davanti, seguiti da Alexander Albon e Lando Norris. A chiudere la top 10 Pierre Gasly, Nico Hulkenberg e Antonio Giovinazzi, che è rimasto al comando della gara per 6 giri, durante la fase dei pitstop.
Una giornata e un weekend nel segno della Ferrari, arrivata a Singapore sapendo che sulla carta quello di Marina Bay non sarebbe stato un circuito favorevole. E invece, dopo la pole di ieri, oggi è arrivata la terza vittoria consecutiva e la prima doppietta della stagione – che è anche un record in questo GP, dato che nessun team ne aveva mai fatta una finora. Merito degli aggiornamenti introdotti sulla SF90 e di quel gioco di nervi tra i piloti: la commozione di Vettel sul podio la dice lunga su quanto ne avesse bisogno e il sorriso durante le interviste fa trapelare tutta la soddisfazione di un campione e di un uomo che ne ha sentite troppe negli ultimi mesi. E ne ha vissute troppe. E’ il momento di voltare pagina.
Leclerc è un grande, non ci sono dubbi, ma fino a prova contraria è il team che decide. E non è bello sentire certi team radio, un pilota che si lamenta e pretende più potenza per attaccare e un team principal che dopo il traguardo gli dice “Ne parliamo dopo“. Il monegasco ha tutto per diventare un grande, oggi avrebbe voluto la terza vittoria ed è comprensibile. Ma forse, nonostante i 21 anni, ha qualche problema di memoria: se pensa di essere stato tradito dalla chiamata di Vettel, dovrebbe ripensare a Monza, quando un tradimento vero c’è stato, da parte sua nei confronti del tedesco. Abbiamo letto di un Vettel opportunista, come fosse un reato; ma dopo le qualifiche di Monza non abbiamo letto di un Leclerc che non rispetta gli ordini. Il primo rivale è il compagno di squadra, si sa, ma il lavoro di squadra è alla base del successo di un team. Con un pilota solo si vincono gare, difficilmente campionati. Adesso che la Ferrari è un pacchetto vincente, per Binotto arriva un altro compito impegnativo: gestire i piloti. Un campione del mondo che nel weekend ha tappato la bocca a tutti mostrando una determinazione che avevamo dimenticato; e un giovane rampante che vuole tutto e subito, con l’arroganza – positiva ma eccessiva – tipica della gioventù. 53 vittorie e quattro Titoli meritano rispetto, da parte di tutti. A 21 anni corri per la Ferrari, finora nella tua prima stagione in rosso hai fatto cinque pole e vinto due GP, oggi sei arrivato secondo: ti par poco, Charles?
Ma chi sicuramente ha più problemi è Toto Wolff: indipendentemente dal vantaggio in classifica, che cosa si è rotto in Mercedes? Le Frecce d’Argento sembrano essersi scolorite di botto, come i due piloti. Eppure per anni Hamilton ha auspicato di avere dei rivali… Adesso giusto il tempo per metabolizzare la doppietta – e la sconfitta – e via alla volta di Sochi: che GP di Russia vedremo? Ormai è inutile dire a chi sia favorevole il circuito…
Barbara Premoli