“Pole” di “Polestar”, perché come la stella polare deve indicare la direzione da prendere, verso un futuro sostenibile. Ma anche “pole” di “pole position”,per ricordare l’eredità delle vetture da competizione. Nasce con una doppia anima il primo modello di Polestar, il nuovo marchio derivato dalla divisione sportiva di Volvo che abbraccia allo stesso tempo performance e progresso. Per i vertici dell’azienda, Polestar è il luogo perfetto in cui sviluppare veicoli elettrici: pur essendo un costruttore completamente focalizzato sul segmento delle elettriche, può fare affidamento sull’enorme bagaglio di conoscenze che Volvo ha accumulato nel corso di una lunga storia nella produzione automotive. È partita nello stabilimento di Chengdu in Cina la produzione dei primi 50 prototipi della Polestar 1, modello d’esordio della Casa svedese, destinati a testare i processi di produzione e le prestazioni. Dopodiché le prime Polestar 1 cominceranno a circolare per le strade per la gioia degli entusiasti della propulsione elettrica in chiave sportiva.
È una lussuosa Gran Turismo ibrida plug-in la prima tra le “stelle polari”, ispirata alla Volvo Coupé Concept del 2013. Il propulsore Electric Performance Hybrid è composto da tre motori, un endotermico 2 litri sovralimentato Volvo E-Drive sull’asse anteriore e due elettrici che azionano le ruote posteriori, con l’ausilio di una batteria da 34 kWh che garantisce 150 km di autonomia in full electric. In totale questa combinazione può erogare 1000 Nm di coppia con una potenza di 600 CV. Nelle intenzioni del costruttore, la Polestar 1 resterà l’unica del marchio con powertrain ibrido, mentre i modelli successivi, una berlina e un suv, dovrebbero essere a zero emissioni. Polestar 1 è costruita sulla piattaforma SPA di Volvo, accorciato per massimizzare le prestazioni, ma anche alleggerito grazie all’uso estensivo della fibra di carbonio nella costruzione del telaio: questo ha permesso un alleggerimento complessivo di 230 kg, un aumento della rigidità torsionale del 45% e un abbassamento del baricentro del veicolo a tutto vantaggio dell’handling. Le inedite sospensioni elettroniche a controllo continuo si adattano simultaneamente allo stile di guida e alle condizioni del tracciato. Polestar 1 sarà una delle prime auto a portare sulle strade i P Zero con marcatura Elect, pneumatici sviluppati da Pirelli sulle esigenze dei veicoli elettrici e ibridi.
Polestar 1 presenta soluzioni innovative, non solo dal punto di vista della propulsione. Oltre alle modalità tradizionali di acquisto dell’auto, l’azienda mette a disposizione dei clienti un servizio di abbonamento con formula all-inclusive: si può ordinare la propria Polestar 1 online e sottoscrivere un abbonamento di due o tre anni, al termine dei quali si può sostituire l’auto usata con una nuova. Il pagamento avviene mensilmente e comprende una serie di servizi come l’assicurazione e la manutenzione comprensiva di ritiro e consegna del mezzo. Strizza un occhio alla tendenza del car sharing la nuova tecnologia Phone-As-Key, grazie alla quale la chiave dell’auto è resa virtuale e può quindi essere condivisa da più persone.
Un design d’effetto, molto elegante, caratterizza la GT, soprattutto vista dall’alto: un vetro panoramico fisso riveste l’intero abitacolo 2+2, allungando e allargando otticamente la silhouette e offrendo una vista aerea senza barriere. Un’unica linea disegna il profilo basso della vettura a due porte, il cui carattere sportivo è evidenziato dagli elementi in carbonio, che valorizzano l’esterno e l’interno dell’auto. Dettagli in pelle e rivestimenti artigianali impreziosiscono l’ambiente accogliente dell’abitacolo, provvisto di un elaborato sistema di illuminazione. La chicca è la stellina Polestar che si riflette sul vetro del tetto, proprio come se fosse un astro del cielo. Naturalmente, ogni elemento estetico può essere personalizzato, dal finish della carrozzeria – ogni colorazione è disponibile in versione metallica o opaca – ai rivestimenti interni, ai cerchi. Per chi volge lo sguardo al futuro, senza lasciare nulla al caso.
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