Dopo la pausa estiva la MotoGP riaccende i motori per il 10° round stagionale, all’Automotodrom Brno, in Repubblica Ceca. Intitolato a Tomas Masaryk, fondatore e primo Presidente della Cecoslovacchia, l’impianto è stato rinnovato nel 1987. La pista misura 5.403 metri che la rendono la quarta più lunga del Campionato del Mondo. I rettilinei sono piuttosto corti: vanno dai 35 metri di lunghezza ai 636,56 metri del rettilineo del traguardo. Nonostante la presenza di 14 curve (8 a destra) la media sul giro è quasi identica a quella che si registra a Losail (Qatar), dove le MotoGP raggiungono velocità superiori ai 350 km/h. Dal secondo km fino al quinto km il tracciato si distingue per le elevate pendenze: il punto più basso ha un’altitudine di 376 metri sul livello del mare mentre il più alto si trova a 450 metri. Naturalmente ciò influisce sulla frenata perché un conto è rallentare una moto sul piano, un altro farlo in fondo ad una discesa. Un’altra variabile è rappresentata dalle condizioni ambientali: nel 2018 la temperatura dell’asfalto arrivò a 48 gradi mentre nel 2016 con la pioggia scese a 24 gradi. A seconda delle situazioni i piloti dovranno quindi preoccuparsi di scongiurare la vetrificazione dei materiali d’attrito o l’eccessivo surriscaldamento. Secondo i tecnici Brembo che assistono il 100% dei piloti della MotoGP 2019, l’Automotodrom Brno rientra nella categoria dei circuiti impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 4, identico ai valori ottenuti dalle piste spagnole di Jerez e Aragon.
L’impegno dei freni durante il GP
Durante un intero giro i piloti della MotoGP utilizzano i freni 11 volte per un totale di 33 secondi. Possono sembrare tanti ma in altre 3 piste l’impiego temporale dei freni è superiore. La ragione sta nelle 3 frenate di Brno inferiori ai 2 secondi ciascuna. Pur essendoci 5 curve con decelerazioni di almeno 1,4 g, la decelerazione media della pista ceca è di 1,18 g. Nulla a che vedere con gli 1,23 g della vicina Spielberg che si giova di sole 7 frenate, quasi tutte di grande intensità. Sommando tutte le forze esercitate da un pilota sulla leva Brembo del freno dalla partenza alla bandiera a scacchi il valore sfiora gli 8 quintali: ogni giro i piloti sono chiamati a uno sforzo di 38 kg, simile a quello di Jerez.
Le frenate più impegnative
Delle 11 frenate dell’Automotodrom Brno 5 sono considerate altamente impegnative per i freni mentre 2 sono di media difficoltà e le restanti 4 sono light. La più dura in assoluto è quella alla curva 3. Le MotoGP vi arrivano a 294 km/h e frenano per 4,4 secondi per scendere a 105 km/h. Per eseguire l’operazione i piloti esercitano uno sforzo di 4,7 kg sulla leva del freno e subiscono una decelerazione di 1,5 g. Durante i 230 metri della frenata la pressione del liquido freno Brembo HTC 64T arriva a 10,1 bar. Lo spazio di frenata è più lungo alla curva Frantisek Stastny (curva 1): misura 232 metri. Però la frenata è meno intensa e più corta: 4 secondi e 4,4 kg sulla leva del freno. Alla curva 9, subito dopo il secondo intertempo, la frenata dura appena 1,5 secondi: il tempo necessario per passare da 130 km/h a 102 km/h.
Prestazioni Brembo
La pista di Brno è celebre per essere stata la prima su cui ha vinto Valentino Rossi: ci è riuscito il 18 agosto 1996 con l’Aprilia RS125 dotata di una pinza anteriore Brembo in due pezzi ad attacco radiale con 4 pistoncini. La pinza lavorava in combinazione con un disco Brembo in carbonio con diametro di 273 mm e fascia frenante standard. A Brno Rossi ha vinto 7 volte, sempre con i freni Brembo, mentre Marc Marquez ha trionfato solo in 3 occasioni, l’ultima nel 2017. Dal 1993, anno in cui ha preso la denominazione di GP della Repubblica Ceca, le moto con freni Brembo si sono aggiudicate tutte le 26 edizioni della gara delle 500-MotoGP.
Redazione MotoriNoLimits
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