Finalmente un GP ricco d’azione, con Charles Leclerc vicinissimo in Austria alla prima vittoria in F1, finché non è arrivato Max Verstappen,
che l’ha passato a due giri dalla fine, vincendo per la seconda volta in successione al Red Bull Ring. Ma il risultato è under investigation e i commissari (tra cui Tom Kristensen, Mister Le Mans, cui non manca sicuramente esperienza in pista…) sentiranno i due piloti e i team alle 18.00. Sotto la lente la manovra di sorpasso dell’olandese sul monegasco. Quindi nel momento in cui scriviamoabbiamo visto un podio ma non si sa se tale resterà.
I due hanno regalato un finale esaltante, prima che il pilota della Red Bull passasse Leclerc alola curva 3 nel giro 69 dei 71 previsti, con un ruota a ruota d’altri tempi e Leclerc costretto ad andare largo fuori pista. Verstappen ha tagliato il traguardo per primo, conquistando la sesta vittoria della carriera, la prima di un team non-Mercedes nel 2019 e regalando alla Red Bull il primo successo della nuova era Honda, la prima del costruttore nipponico dal 2006.
Terzo Valtteri Bottas con la Mercedes, con Sebastian Vettel quarto dopo aver superato nel giro 70 Lewis Hamilton: per il tedesco una strategia di due soste e il primo pitstop problematico, i meccanici non hanno infatti sentito via radio che la #5 stava rientrando e non erano pronti con tutte le gomme. Per un meccanico anche un rischio sfiorato, perché sopraggiungeva la Mercedes di Hamilton. Per l’inglese, è la prima volta quest’anno che chiude al di fuori della top 2.
Fantastico sesto posto per Lando Norris e la McLaren, che ha tenuto dietro la Red Bull di Pierre Gasly, con Carlos Sainz, partito ultimo, che ha chiuso 8°, davanto alle due Alfa di Kimi Raikkonen e Antonio Giovinazzi, con l’italiano che conquista il primo punto in F1, che è anche il primo di un italiano da Liuzzi nel 2010. Non resta che attendere la decisione dei commissari per sapere se il podio è quello che abbiamo visto (e da cui Leclerc si è allontanato al momento dello champagne, per tornare per la foto finale) o ci sarà un cambio di posizioni tra due ragazzi incredibili: 21 anni, il presente e il futuro della F1. E quello di oggi è stato il podio in assoluto più giovane nella storia della F1, con una media di 24 anni e 156 giorni. Peccato che tutto questo venga adombrato come sempre dai regolamenti, che ci sono ma, come ha detto Verstappen a fine gara, “Questo è correre duro. Se cose delgenere non sono permesse, che senso ha correre in Formula 1?”.
Standing ovation per il pubblico, praticamente tutti per Verstappen. Le tribune e i prati arancioni sono esplosi al momento del sorpasso ma anche per tutti i 71 giri della gara non hanno mai fatto mancare tifo e un supporto d’altri tempi. E, dopo il record di presenze di oggi, che mettono in imbarazzo soprattutto i francesi e il flop del GP al (pure noiosissimo) Paul Ricard, si comprende il senso del #DutchGP che entrerà in calendario nel 2020.
PS: a fine GP, commento di Marc Genè secondo cui la manovra di Verstappen da regolamento va assolutamente punita con almeno 5 secondi. Ma, vista la divisa che indossa, secondo voi avrebbe detto lo stesso a parti rovesciate? Il dubbio è lecito perché se un opinionista è dipendente di un team non può essere al di sopra delle parti. Una situazione che infastidisce sempre più gli appassionati di F1 che spendono fior di soldi per l’abbonamento. Basta dare un’occhiata ai social, ogni weekend che Dio manda in terra.
Barbara Premoli