circondato da verdi colline e qualche occasionale foresta. Nel villaggio, tutto è in un ordine immacolato. I locali – alcuni indossano abiti che assomigliano in modo sospetto a lederhosen – si salutano in modo educato con un discreto ‘gruss got’ prima di proseguire in modo sereno con le loro attività quotidiane. Poi c’è un tempio ultra-moderno in vetro e cromature nel mezzo di tutto questo; assolutamente incogruo ma allo stesso tempo disegnato per integrarsi con la campagna. Il villaggio è Fuschl-am-See, a circa mezz’ora a est di Salisburgo, e il tempio è il quartier generale Red Bull: un’azienda che ha movimentato l’immagine pacata dell’Austria almeno quanto ha fatto la sua sede nel sonnolento paesino di Fuschl.
Uno dei soli 1.406 abitanti del posto è Dietrich Mateschitz: il miliardario fondatore della Red Bull, che – nonostante il suo impero globale – non vuole fare il pendolare per andare al lavoro. La storia di come ha fondato l’azienda è entrata nella leggenda. Durante un viaggio di lavoro in Thailandia nei primi anni 80, ha chiesto un’indicazione ad alcuni autisti di camion locali a un’area di sosta e ha notato che tutti bevevano una cosa chiamata ‘Krating Daeng’: un drink studiato per stimolarli durante i lunghi viaggi su strada. Krating Daeng è il nome thailandese di ‘Red Bull’ – così nacque l’idea. Nel 1984, Mateschitz aveva raggranellato dei soldi (il che fu un’impresanotevole) e fondò la Red Bull GmbH.
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