Domenica si disputa il 50° GP del Canada. La corsa è entrata in calendario per la prima volta nel 1967, quando a vincere fu Jack Brabham sull’omonima vettura, e nella storia si è disputata su tre piste: Mosport Park (8 edizioni), Mont-Tremblant (2) e Montreal che con 39 gare è ormai uno dei classici del Mondiale. La Scuderia Ferrari in Canada ha vinto in 12 occasioni: il primo successo fu addirittura una doppietta. Era il 1970 e si gareggiava a Mont-Tremblant: a trionfare fu Jacky Ickx, con la 312 B, seguito dal compagno Clay Regazzoni.
Otto anni più tardi debuttava la pista di Montreal, ricavata impiegando le strade perimetrali dell’isola artificiale di Notre Dame, costruita con i detriti degli scavi per la costruzione delle strutture per l’Expo del 1967. Si tratta di una pista da basso carico aerodinamico che mette molto sotto pressione i freni. Quella volta, nel 1978, a imporsi per i colori di Maranello fu proprio un canadese: Gilles Villeneuve con la Ferrari 312 T3. L’eco di quel successo fu incredibile: era la prima vittoria in Formula 1 di un pilota del Paese nordamericano ed era arrivata proprio in Quebec, terra natale di Gilles. Quando nel maggio del 1982 Villeneuve perse la vita a Zolder, la pista prese il suo nome e l’anno dopo la Scuderia Ferrari tornò al successo grazie a una grande prova di René Arnoux. Due stagioni più tardi arrivò una nuova vittoria grazie all’italiano Michele Alboreto.
Nel 1995 la Ferrari #27 regalò a Jean Alesi la gioia più grande della carriera: Michael Schumacher, su Benetton, ebbe una panne elettronica che lo costrinse al box per un cambio del volante e un reset dei sistemi, e per una volta Alesi riuscì a dribblare la malasorte che troppe volte lo aveva preso di mira. Il francese attraversò per primo il traguardo celebrando al meglio il suo compleanno numero 31. I tanti italiani residenti in Canada, per festeggiare, invasero la pista, rischiando anche di essere investiti: Jean fu costretto a fermarsi per raccogliere la gioia dei tifosi e lasciò spegnere la sua 412 T2. A riportarlo al box, avvolto in una bandiera francese, fu proprio Schumacher. Al campione tedesco sono legate altre sei vittorie della Scuderia Ferrari in Canada: la prima fu nel 1997. L’anno seguente ci fu quella più discussa, perché il ferrarista, uscendo dai box, portò Heinz-Harald Frentzen, con la Williams, a uscire di pista. A Michael venne inflitto uno stop&go ma nemmeno questa penalità gli impedì di trionfare.
Una delle particolarità della pista sono i muretti. E ce n’è uno in particolare che nel corso degli anni ha visto andare a sbattere molti grandi campioni. Si tratta di quello all’esterno dell’ultima variante che immette sul traguardo. Il muro, soprannominato “Wall of Champions”, ha collezionato “le firme” di piloti del calibro di Jacques Villeneuve, Damon Hill, Rubens Barrichello e, più recentemente, Jenson Button, Nico Rosberg e Sebastian Vettel (al venerdì nel 2011). Nemmeno Schumacher ne fu indenne: Michael terminò lì la propria corsa nel 1999, mentre era in testa, ma seppe vincere nel 2000 e poi dal 2002 al 2004 diventando il re del tracciato canadese con sette affermazioni. Quella del 2004 per diversi anni è rimasta l’ultima gioia in Canada della Ferrari che ha riassaporato il successo a Montreal lo scorso anno grazie a Sebastian Vettel, che precedette Bottas e Verstappen in una gara nella quale la bandiera a scacchi fu sventolata dalla modella canadese Winnie Harlow un giro prima del previsto a causa dell’errore di comunicazione tra la direzione gara e il commissario nella torretta di controllo.
Mattia Binotto, Team Principal: “Pensando al Canada sono tanti i ricordi dalle passate stagioni che affiorano nella mia mente. Questa pista si è spesso caratterizzata per gare spettacolari e mai scontate. Il lungo rettilineo con una decisa staccata prima della chicane che porta al traguardo permette sorpassi e belle battaglie. Sappiamo di non essere al momento sufficientemente competitivi, e che ancora non avremo modifiche alla vettura che ci permettano di indirizzare in maniera significativa i problemi di inizio stagione, ma il Canada rappresenta per tipologia di tracciato una sfida ancora diversa nella quale a contare saranno velocità di punta, efficienza frenante e trazione. Da parte nostra siamo pronti a dare il meglio lasciandoci alle spalle gli errori delle scorse gare”.
Redazione MotoriNoLimits