Il 66° GP di Monaco di Formula 1 si apre in un clima di generale tristezza, in seguito alla scomparsa del campione austriaco Niki Lauda. In assoluto è l’edizione numero 77 mentre ricorrono i 90 anni dalla prima volta: era il 14 aprile 1929 e a vincere fu il britannico William Grover-Williams. La gara si è sempre disputata sulle stesse vie del Principato, anche se nel corso degli anni per undici volte è leggermente cambiata la lunghezza del circuito, fino ad arrivare ai 3.337 metri attuali. La Scuderia Ferrari Mission Winnow a Monte Carlo vanta 9 successi.
La prima edizione del GP di Formula 1 risale al 1950, fu il secondo della storia nonché quello che vide il debutto nella massima categoria della Scuderia Ferrari. Alla corsa presero parte 19 vetture ma per dieci di queste tutto terminò al primo giro, per colpa di un’onda anomala. Alla curva del Tabaccaio Giuseppe Farina, con l’Alfa Romeo, andò a sbattere per colpa della strada allagata e venne centrato dalla Maserati di José Froilán González. I due occuparono quasi per intero la carreggiata e molti del gruppo che seguiva non riuscirono ad evitarli: fu carambola. Vinse Juan Manuel Fangio con l’Alfa Romeo ma la Ferrari ottenne il secondo posto con Alberto Ascari.
Dopo quell’edizione fu necessario attendere il 1955 per rivedere la gara nel calendario iridato: a vincere fu proprio una Ferrari, la 625 di Maurice Trintignant. Il francese si distinse per la pulizia di guida e approfittò delle disgrazie altrui trionfando dopo essere partito dalla nona posizione, ancora oggi la seconda più arretrata per un vincitore a Monaco. Per la Scuderia nelle stagioni seguenti, benché vincenti, iniziò un rapporto difficile con la corsa del Principato. La riconciliazione con le stradine di Monte Carlo arrivò venti anni dopo, quando proprio Niki Lauda nel 1975 si impose con la 312 T concedendo il bis l’anno dopo.
Nel 1979 la prima fila fu tutta Ferrari con Jody Scheckter davanti a Gilles Villeneuve, ma solo il sudafricano riuscì a mantenere la posizione di partenza. Il canadese si prese la rivincita due anni dopo quando con la 126 CK fu protagonista di una gara senza errori che gli permise di sopravanzare la Williams di Alan Jones a soli quattro giri dal termine. Quello spettacolare successo, il primo di un motore turbo a Monaco, fu celebrato anche dal settimanale americano “Time”, che a Gilles e alla Ferrari numero 27 dedicò addirittura la copertina, come in precedenza era accaduto solo per Jim Clark.
Dopo quel trionfo per la Scuderia fu necessario attendere l’arrivo a Maranello di Michael Schumacher per tornare a gioire. Dopo che nel 1996 aveva ottenuto la pole position senza però terminare la corsa (quella pazza edizione, chiusa da sole quattro vetture, venne vinta dalla Ligier di Olivier Panis, partito 14°), nel 1997 il tedesco con la F310B, sotto la pioggia surclassò gli avversari imponendosi con 53” sulla Stewart di Rubens Barrichello e oltre un minuto sul compagno Eddie Irvine. Due anni più tardi per Schumacher e Irvine fu doppietta mentre nel 2001 Michael ottenne il suo quinto successo nel Principato, eguagliando Graham Hill e portandosi ad una sola lunghezza dal recordman di Monaco, Ayrton Senna.
Nel 2017 Sebastian Vettel e Kimi Räikkönen monopolizzarono la prima fila, dominando anche la corsa. A spuntarla fu Sebastian che precedette Kimi di poco più di tre secondi. Per il tedesco era il secondo successo personale nelle stradine del Principato. Proprio al primo GP di Monaco della storia della Formula 1 è rimasto a lungo legato l’unico podio mai ottenuto da un pilota monegasco. Si trattava di Louis Chiron, terzo con la Maserati nel 1950, un risultato eguagliato da Charles Leclerc in Bahrain quest’anno e che il pilota della SF90 #16 vorrebbe tanto migliorare davanti ai suoi concittadini.
Charles Leclerc: “La notizia della scomparsa di Niki Lauda è stata uno choc per me e per tutti. Ogni volta che ci incontravamo nel paddock era sempre gentile e disponibile. È stato un grande campione e la sua personalità mancherà al nostro sport. Questo è il mio primo GP di casa da pilota Ferrari e sarà di certo un fine settimana particolare. Mi ricordo quando da bambino ero solito passare il pomeriggio da un amico che aveva un appartamento la cui terrazza si affacciava proprio sulla curva di Ste. Devote. Noi giocavamo con le macchinine e sotto passavano le monoposto vere. Mi sono sempre detto che sarebbe stato bellissimo, un giorno, poter essere protagonista di questa gara. Ebbene, quel giorno è arrivato e quest’anno il fatto di essere in gara qui con la Ferrari, mi permette di parlare a buon diritto di sogno avverato. Per fare bene a Monte Carlo serve tutto, dal coraggio alla bravura, dalla fortuna alla vettura competitiva. Speriamo di poter fare bella figura davanti alla mia gente. Io di certo darò il massimo”.
Sebastian Vettel: “È un momento triste. L’impronta di Niki rimarrà indelebile in Formula 1. Mi mancheranno le nostre chiacchierate nel paddock e il suo modo poco diplomatico di dire le cose. Un vero campione, nella vita e nello sport. Tuttavia siamo qui per correre: quella di Monaco è la gara più iconica della stagione, con le vetture che percorrono le stradine della città in salita e in discesa prima di infilarsi nel tunnel velocissimo e buio, per uscire poi nella zona del porto. È davvero qualcosa di unico. Per piloti e ingegneri il circuito sconnesso e quanto mai distante dalle piste cui siamo abituati è senza dubbio una sfida nella sfida. Le vetture hanno bisogno del massimo carico aerodinamico e di un set-up che permetta al pilota di avere la confidenza necessaria a sfiorare i muretti per cercare i tempi migliori. A Monte Carlo non c’è spazio per gli errori. Con sette curve lente e praticamente nessun rettilineo, i sorpassi sono quasi impossibili. Per questa ragione qui una buona qualifica è fondamentale. Il tracciato è talmente corto che il traffico nelle prove libere e in qualifica è una costante: si tratta solo di continuare a provare finché non si trova un giro pulito”.
Mattia Binotto Team Principal: “La vigilia di questo GP di Monaco è stata turbata dalla triste notizia della morte di Niki. I suoi modi diretti e schietti mancheranno alla Formula 1, così come sembrerà strano a ciascuno di noi, dopo tutti questi anni, non incontrarlo più nel paddock. Niki è stato una bandiera della Ferrari e della Formula 1, è stato un motore di cambiamento del mondo delle corse che ha contribuito a rendere ancora più professionale, anticipando nel suo approccio alle gare la cura maniacale per i dettagli che mai come adesso è l’essenza del nostro sport. Tornando al weekend di gara che ci attende, i test della scorsa settimana a Barcellona e le analisi effettuate a Maranello confermano quanto le gomme di quest’anno, molto diverse da quelle del 2018, richiedano caratteristiche meccaniche e aerodinamiche differenti. A Maranello siamo già impegnati, oltre a portare quanto prima ulteriori sviluppi, a valutare anche nuove interpretazioni. Il GP di Monaco festeggia i suoi 90 anni, proprio come la Scuderia, il che rende questo weekend ancora più significativo. Si tratta di una gara atipica nella quale per caratteristiche del tracciato e tipologia di mescole le carte potrebbero anche essere… rimescolate. Come al solito la qualifica sarà molto importante a causa della quasi impossibilità di sorpassare. Monaco è ovviamente la gara di casa di Charles e noi sappiamo bene quanto lui ci tenga. Ci teniamo anche noi.”
Redazione MotoriNoLimits