Il commento più toccante riguardo agli eventi di Imola 1994 lo raccoglie il decano dei giornalisti della F1 Nigel Roebuck quando intervista Lauda. Niki da far suo la mette giù diretta: “Per tanto tempo Dio ha protetto la F1 e gli ha dato attenzione. Oggi si è girato dall’altra parte.”
La F1 nel 1994 si credeva essere diventata a prova di tutto. Dalla morte del nostro Elio de Angelis, in prova a Le Castellet nel 1986, nessun lutto aveva infatti colpito il Circus nonostante ci fossero stati incidenti gravissimi. Le vetture sempre più figlie dell’aereodinamica erano diventate sempre più esili e vestite attorno ai piloti. Poi di colpo a Imola tutto cambia. Roland e Ayrton ci lasciano in diretta TV. Noi rimaniamo sgomenti, increduli e attoniti. Due uomini, due piloti, che ci hanno lasciato nell’arco di 24 ore all’interno di un weekend funestato dagli incidenti di Barrichello, di Lehto e di Alboreto.
Un vortice di emozioni che si porta via Senna, che stava lottando per il mondiale, e Ratzenberger, che lottava invece per rimanere attaccato al mondiale gara dopo gara. Due storie sportive diverse, lo stesso destino. La F1 non sarà più la stessa. Di solito dopo ogni tragedia si reagisce per migliorare le cose, ma da Imola parte una vera rivoluzione che cambia completamente auto e circuiti di tutto il mondo.
Roland e Ayrton ci lasciano questo oltre alla loro storia sportiva. Nel weekend più assurdo che la F1 possa ricordare è questo lascito che ci riporta sempre con la mente a loro. Sono passati 25 anni ma è come fosse ieri. Per chi scrive è stato il primo confronto con la perdita di qualcuno. Prima Roland e poi, anche se non lo conoscevo personalmente ovviamente, la dipartita di Senna, che per tanti pomeriggi mi aveva tenuto compagnia e fatto sognare. Gli eroi possono andarsene. Il destino può essere crudele e scegliere altre strade, ma restano per sempre vivi nel cuore.
Ciao Ayrton. Ciao Roland. Noi romantici aspettiamo ancora di vedere i vostri caschi sbucare da qualche curva.
Riccardo Turcato