Trent’anni in un secondo. All’Historic Minardi Day abbiamo assistito a un dramma sportivo che da appassionato fa male al cuore. Lei è lì nel box. Stupenda, immacolata. Il proprietario ti dice che è orgoglioso sia tutta originale. Niente reverse engineering, cioè l’operazione che si fa spesso quando si vuole portare in pista un’auto storica. Si smontano tutte le parti della vettura più a rischio, ali, fondo, sospensioni, e le si riproducono per utilizzarle in pista, tenendo le originali a casa per un futuro da museo.
L’Arrows A11-2 vista ieri di non originale aveva solo i cerchioni, ormai introvabili. Perfino il motore era ancora quello del 1989 e revisionato in Inghilterra dalla McLaren Technology. Poi scatta il momento di scendere in pista, il motore Cosworth V8 DFR urla come ai bei vecchi tempi. E a noi appassionati oldschoolf1 viene la pelle d’oca. Ma qualcosa va storto. In pieno rettilineo l’ala posteriore cede, il pilota perde il controllo e va a sbattere distruggendo la monoposto. Trent’anni di storia in un secondo. Un dramma sportivo. Immagini che a vederle fanno male al cuore, come dicevamo.
Sono sicuro che la monoposto tornerà al suo splendore iniziale. Ho parlato con il pilota/proprietario ieri. C’era una luce nei suoi occhi, una fierezza ed entusiasmo unici nel portare questa vettura in pista. Di sicuro il restauro inizierà quanto prima e la rivedremo in pista. Non subito ma la rivedremo. Onore a tutti quei proprietari che portano in pista le vecchie signore. Lo fanno per loro, ovvio, ma lo fanno anche per noi appassionati che amiamo rivedere le glorie oldschool e in loro riscopriamo ricordi, emozioni e attimi passati. Ringraziamo l’amico Giuseppe Magni per la foto.
Riccardo Turcato