Il poster del GP dell’Azerbaijan recitava “Ignite the city“, “Accendete la città“, e la Mercedes ha preso la frase alla lettera con la vittoria di Valtteri Bottas davanti al compagno di squadra Lewis Hamilton, la quarta doppietta consecutiva nei primi quattro GP della stagione, un record che nessun team prima di oggi aveva mai fatto. A completare il podio, Sebastian Vettel con una Ferrari che anche a Baku poco ha potuto contro lo strapotere delle Frecce d’Argento, nonostante la storia del vantaggio in rettilineo che ci viene ripetuta dai test. Evidentemente il vantaggio deriva da altro, magari dal saper sfruttare meglio i pneumatici… Quarta la Red Bull di Max Verstappen, che prosegue il suo record di quarti posti in tutte le gare 2019 e che sembrava poter puntare al terzo posto fino alla VSC, causata proprio dal ritiro del compagno di squadra Pierre Gasly che, partito dalla pitlane, era rimontato fino alla 6° posizione.
Charles Leclerc ha conquistato per la terza volta il quinto posto della stagione e grazie a un pitstop nelle fasi finali è riuscito a conquistare il punto per il giro veloce, che è anche il nuovo record della pista, 1.43.009. Sesta la Racing Point di Sergio Perez, davanti alle McLaren di Carlos Sainz e Lando Norris, con la seconda Racing Point di Lance Stroll 9° e Kimi Raikkonen a chiudere la zona punti con l’Alfa Romeo Racing, dopo essere partito dall’affollata pitlane per la squalifica causa ala anteriore non regolamentare.
Un GP dell’Azerbaijan anomalo, senza safety car, a tratti noioso (e diciamolo!), ma a movimentare le cose ci ha pensato Daniel Ricciardo, con il terzo ritiro della stagione: dopo essere andato largo alla curva 3, ha messo la retro e, in perfetto stile principiante nel parcheggio del centro commerciale, ha centrato la Toro Rosso ferma di Daniil Kvyat, costretto a sua volta al ritiro. Un incidente in retromarcia in F1 sembra sia una prima assoluta ma, a parte il sorriso che la scena ha provocato, certe cose in F1 non si possono vedere, specie con piloti non di primo pelo.
Per Bottas la seconda vittoria dell’anno, dopo la pole di ieri, un risultato che cancella il dramma del 2018, quando perse una gara ormai vinta a tre giri dalla fine a causa di una foratura, e che lo vede tornare in testa alla classifica Piloti. Un Bottas che fa sul serio e che ci crede, che nel pre-gara alla domanda “Qual è la tua forza?” risponde diretto “La forza sono io“.
Che altro dire? Ferrari di nuovo sconfitta, inutile girarci attorno, come ha fatto il presidente John Elkann nel post-gara – ma d’altronde deve tenere alto il morale di dipendenti, tifosi e azionisti, è il suo ruolo… Sconfitta su una pista dove, fino all’incidente di Leclerc in qualifica, sembrava essere nettamente superiore alla Mercedes e avere già in tasca pole e vittoria. Finché gli uomini di Toto Wolff non hanno tirato fuori l’asso. Adesso ci si prepara all’Europa, al GP di Spagna nel weekend del 10-12 maggio, dove vedremo aggiornamenti a tonnellate e dove tutti promettono progressi. Il problema per Binotto & C. è che i progressi li faranno tutti… e non si può sperare in una safety car per potersi avvicinare agli avversari. Anche perché safety car significa incidente e antisportività. Oggi ci siamo presi dei moralisti su Twitter durante la gara, quando l’abbiamo sottolineato: ben felici di avere un’etica e stanchi e nauseati da telecronisti che per 51 giri hanno invocato l’ingresso in pista della terza Mercedes-AMG…
Barbara Premoli