Sappiamo già cosa state pensando, che non molti anni fa avevamo Monza e Imola e adesso rischiamo addirittura di perdere il GP d’Italia se non sarà rinnovato il contratto – al momento l’edizione 2019 è l’ultima. Dell’entrata in calendario dal 2020 del Vietnam avete letto. Adesso Liberty Media ammette che la Cina potrebbe avere una seconda gara in calendario. Lo scorso weekend a Shanghai il boss Mercedes Toto Wolff ha detto: “Perché non andare a Hong Kong o a Pechino?”. La Cina è un mercato importante per lo sport e le Case automobilistiche e il responsabile commerciale della F1 Sean Bratches ne è chiaramente consapevole. Secondo l’agenzia di stampa francese AFP, sarebbe in fase di studio un GP cittadino a Pechino.
“In termini di interesse, ci piacerebbe molto una gara cittadina”, ha confermato Bratches. “Sarebbe una bella contrapposizione alle strutture straordinarie di Shanghai“. Dopo il GP di Cina, Chase Carey è andato direttamente in Vietnam per visionare l’area che ospiterà il circuito di Hanoi dal prossimo anno. Ma i boss di Liberty Media sono rimasti in zona, per diversi meeting in Cina: “Ci sono diversi incontri per tentare di identificare una seconda città che possa ospitare un GP“, conferma Bratches. “Pensiamo sia un’opportunità per crescere“.
L’ex-boss della F1 Bernie Ecclestone ha criticato duramente la decisione di far svolvere il 1000° GP nella storia dello sport in Cina anziché a Silverstone, dove si corse la prima gara del campionato, nel 1950. Ma Bratches, ovviamente, non è della stessa idea: “Non abbiamo rimpianti e se tornassimo indietro rifaremmo la stessa scelta“. Chiaro, il business muove la F1, adesso più che mai, e le “opporunità per crescere” vanno lette in senso economico, non certo di diffusione e sviluppo dello sport. Ma l’idea di un secondo GP in Cina fa venire la nausea, soprattutto pensando che se entrano strutture come quelle, in Paesi che hanno capitali immensi da investire, non possiamo che arrenderci all’idea di salutare la nostra storica, amata ma decrepita Monza…
Barbara Premoli