Secondo Valtteri Bottas, attuale leader del campionato, i punti per il giro veloce potrebbero fare una grande differenza.
Oltre ad aver vinto la gara, il finlandese in Australia ha conquistato anche il punto extra, facendo il tempo nel penultimo giro, nonostante le istruzioni contrarie arrivate dal muretto. Il vantaggio su Hamilton è quindi di 8 punti: “E’ un punto e se ne fai tre o di più fa una grande differenza a fine stagione. Non si sa mai come vanno le cose, anche un punto può cambiare le cose. Ovvio, noi amiamo il rischio, ma sapere che stai per fare 25, 18 o 15 punti è più importante di quel punto extra, quindi bisogna calcolare il rischio. Con i pneumatici consumati ho cercato il giro veloce e alla fine ne è valsa la pena“.
Se nel 2018 ci fosse stata questa regola, Bottas sarebbe arrivato terzo in campionato e non quinto. E alcune lotte per il Titolo si sarebbero concluse in modo diverso e avremmo avuto tre campioni differenti: con il punto extra Nelson Piquet avrebbe vinto nel 1986, Alain Prost sarebbe stato campione nel 1988 e Felipe Massa avrebbe battuto Lewis Hamilton nel 2008. La reintroduzione del punto bonus in F1, dopo 60 anni, ha diviso l’opinione pubblica alla vigilia del campionato. Innegabile che a molti team sarebbe piaciuto conquistarlo in Australia, dove ha aggiunto azione nelle fasi finali di un GP ormai deciso.
“Ci sono 21 punti a disposizione e possono essere utili“, ha detto il pilota della Red Bull Max Verstappen. “Ma, come ha detto Valtteri, alla fine è più importante fare 25, 18, 15, 10 punti piuttosto che lottare per quello extra e rischiare di sbagliare. In alcune situazioni come in Australia, io stavo comunque spingendo per avvicinarmi a Lewis, quindi in quell’occasione il giro veloce ci sta. Ed è bello quando lo fai“.
Redazione MotoriNoLimits