Eccoci qua già a scrivere del primo GP di F1 finito. Tanto atteso dopo la pausa e i pochi test invernali, che ci passa davanti agli occhi veloce come la Mercedes di Bottas che ottiene un’imperiosa vittoria. Ecco alcuni pensieri che ci sono venuti in mente guardando il GP.
BOTTAS
Da essere definito maggiordomo a boscaiolo rozzo e aggressivo il passo è breve. Il fatto è che non è nessuno dei due. Maggiordomo non lo è mai stato. Uomo squadra in un team che lotta nel mondiale invece sì. Ma maggiordomo mai. Boscaiolo nemmeno. Suvvia non bastano due peli sul viso e due foto su Instagram in mezzo alla neve (vive in Finlandia che dovrebbe fare) per rendere un uomo un boscaiolo aggressivo pronto a sfidare tutto e tutti. Che poi quella manco è barba. La realtà è che finalmente abbiamo ritrovato il Bottas che ci ricordavamo. Rigenerato dopo un inverno in cui ha staccato la spina. Ha bruciato al via Lewis Hamilton e in aria pulita ha semplicemente dominato la gara. Bentornato. In molti forse lo hanno bollato come finito troppo presto? Chissà che ne pensa Ocon…
HONDA CONVINCE SENZA FARSI VEDERE
Alzi la mano chi si aspettava una Red Bull-Honda così competitiva da subito. Ecco. Lo avevamo scritto anche noi. Molti dubbi, che potevano esserci specialmente all’inizio del rapporto, ma con la sensazione che il binomio potesse crescere bene dopo qualche gara. Invece qui hanno iniziato subito alla grande andando a infastidire Mercedes e rimanendo davanti alla Ferrari. Un anno con Toro Rosso distante dai riflettori sembra aver fatto bene ai nipponici. Se ci pensate però lontano dai riflettori ci sono ancora. Il logo su vetture e tute dei piloti è piccolissimo. Su tutto fa bella mostra invece quello Aston Martin che si prende lo spazio TV e dei fotografi. I motoristi sembrano loro. Misteri del marketing. Può fare comodo ora… Ma se il team inizia a vincere come la mettiamo? Intanto è un buon inizio, il difficile sarà ripetersi.
ZAK BROWN
Chissà cosa avrà pensato Zak di questa Honda che va a podio. Ha voluto interrompere il rapporto con i giapponesi passando ai Renault convinto di poter fare quello che faceva Red Bull e invece si trova una Red Bull che raccoglie i frutti dei tanti disastri capitati alla McLaren. Forse bisognava avere pazienza… E magari quel Ron Dennis ora…
NUOVE REGOLE FLOP
Ok Melborune non fa o non dovrebbe fare testo. Se nel 2018 i problemi di aria perturbata nel seguire una vettura in scia iniziavano a 2 secondi, ora a sentire alcuni piloti si è scesi a 1.5 secondi. Ma queste nuove regole non hanno funzionato. Né in pista né nel portafoglio dei team che hanno dovuto spendere (si stima) 15 milioni di euro in più per adattare le monoposto ai nuovi regolamenti. Sorpassi e spettacolo in più non pervenuti. Le ali anteriori poi abbiamo visto volano alla prima sfiorata. Ci dicono dalla regia della F1 e della FIA che questo è quello che vuole la gente dai social… Noi che abbiamo conosciuto ben altra F1, abbiamo sempre un fazzoletto pronto ad asciugare le lacrime.
ECOLOGIA
I giornalisti in preda alla foga creata da Greta Thunberg che nemmeno fosse Al Gore, si son messi a martellare di domande sull’ecologia i team principal in conferenza stampa. Gli stessi team principal facevano quasi tenerezza nel voler ribadire che questa è una F1 turbo ibrida ecologica. Che ora finiscono un GP con il 30% di carburante in meno rispetto a 10 anni fa… E vorrei ben vedere… Che si sentono in colpa ad arrivare ai GP con grossi aerei di linea e cargo che tanto inquinano. Sì, amici lettori, gli aerei e le vacche sono i nuovi bersagli degli ecologisti… Però poi al 14° giro tutti si fermano a cambiare pneumatici. Che di grazia saranno anche poi smaltiti ma sempre gomme sono. Insomma la F1 non sa bene cosa rispondere a chi chiede dell’ecologia. E forse è un bene cosi… Binotto o Horner o Wolff non possono mettersi li a fare il Pecoraro Scanio ecologista della situazione e doversi giustificare se prendono un aereo per arrivare dall’altra parte del mondo.
FERRARI SI FERRARI NO
Si sa. Nell’italica penisola si passa molto in fretta dal dramma alla gioia e viceversa. Tutti esaltati il venerdì per un mondiale che sembrava già in cassaforte. Tutti ad annodare corde alle travi nel post GP. No. Fermiamoci. Una rondine non fa primavera visto il periodo, anche se ben vedere in Australia sono a fine estate. E’ vero che dalla Rossa tutto ci si aspettava tranne un GP cosi, però il mondiale è appena iniziato. Il Bahrain, storicamente pista amica della Rossa, ci darà riscontri più importanti su cui riflettere. Dalle dichiarazioni la SF90 non reagiva ai cambiamenti d’assetto. In gara sembravano mancare anche di potenza nonostante Vettel abbia ribadito che il motore era ok. Leclerc poi dice chiaramente di essere stato bloccato dal team dietro a Vettel anticipando quello che sarà il suo ruolo nella stagione. Insomma di carne al fuoco ce n’è. Dai toni trionfalistici non si può passare ai più disfattisti in soli 58 giri. Meglio forse semplicemente lasciare lavorare con calma gli uomini di Maranello.
TOTO BLUFF
Sentire un team composto dalle migliori menti ingegneristiche dell’automobile del mondo dire che non sanno perché hanno fatto doppietta e si sono portati a casa anche il punto extra è qualcosa di esilarante. Ma fa ridere non per questo. Ma perché il capo del vapore Mercedes Toto Wolff è attualmente il team principal migliore e scaltro di tutto il grande Circus. Nessuno come lui sa mettere pressione addosso agli avversari anche quando non serve. Rigira la frittata così bene sempre a proprio favore che manco un cuoco in un ristorante stellato Michelin. Di lui ci ricorderemo per anni e anni in futuro come tra i più grandi direttori di team che abbiamo avuto l’onore di vedere all’opera…
Chiudiamo volendo salutare Charlie Whiting. Non ci siamo dimenticati di lui. Purtroppo Melbourne ci lascia soprattutto questo in mente. Ciao Charlie, rest in speed.
Riccardo Turcato