La 75° mostra scambio di auto, moto e ricambi d’epoca in programma a Novegro dal 15 al 17 febbraio avrà tra i temi anche le due ruote in guerra. La moto fece il suo esordio in ambito bellico durante il primo conflitto mondiale e subito si rivelò preziosa per le sue doti di leggerezza e grande manovrabilità, utilizzata da inglesi, italiani e tedeschi.
La cosiddetta “arte della guerra” è rimasta sempre uguale fino al termine del 1800. Agli albori del ventesimo secolo, tutto mutò radicalmente: la mole degli eserciti aumentò considerevolmente determinando un continuo ricambio di uomini al fronte, con gravi problemi logistici e di spostamenti. Proprio in questo periodo comparve il veicolo a motore sia come mezzo di trasporto più rapido e versatile del cavallo, sia come arma vera e propria: le auto blindate, i carri armati, le artiglierie auto montate. Il primo grande impatto del veicolo automobile con la guerra avvenne durante la Prima Guerra Mondiale e subito si ebbe la dimostrazione di come il suo apporto fosse determinante quando erano necessari rapidi spostamenti di truppe per respingere un’offensiva o portare un nuovo attacco: basti per tutti ricordare l’ormai storico impiego dei taxi parigini per bloccare l’offensiva tedesca sul fronte della Marna. Fra i vari veicoli a motore , anche le motociclette, come è naturale, vennero prese in considerazione dai comandi militari e si rivelarono veramente preziose per le loro doti di leggerezza e manovrabilità. Tuttavia il loro impiego fu lento a imporsi e spesso mal diretto: oltre che per servizi di collegamento, staffetta e portaordini, vennero loro affidati compiti offensivi veri e propri, trasformandole – specialmente quelle dotate di sidecar – in mitragliere mobili, sezioni antiaeree e piccole autoblindo.
All’inizio della Grande Guerra, in Inghilterra si formarono corpi di Despatch Riders, quasi tutti volontari motociclisti arruolati con la propria motocicletta che vennero impiegati in compiti di varia natura. La più importante fabbrica italiana di motociclette era all’epoca la Frera, con sede a Milano e stabilimenti a Tradate, in provincia di Varese. Già nel 1910 la Frera poteva vantare di essere “Fornitrice del Regio Esercito”, per via di un modello con motore monocilindrico a valvole laterali di 320 cc. Altri modelli Frera forniti all’esercito erano di maggior cilindrata come il tipo di 570 cc. Fra le altre fabbriche italiane meritano di essere ricordate la torinese Della Ferrera con motore bicilindrico di 1000 cc; la Gilera e la Bianchi.
Già nel 1912 l’inglese Scott produceva una moto con motore bicilindrico a due tempi sulla quale era montata una mitragliatrice. Anche gli americani con Indian e Harley-Davidson con motori di 1000 cc costruirono motocarrozzini armati con mitragliatrici. Le industrie tedesche, francesi e belghe, e cioè NSU, Adler, Wanderer, FN, Peugeot, René Gillet e altre, hanno fornito motociclette ai rispettivi eserciti durante la Grande Guerra.
Nell’intervallo tra il primo e il secondo conflitto mondiale i problemi della motorizzazione militare vennero studiati con grande attenzione dagli eserciti di tutto il mondo. In quel periodo, nasce quella che sarà per qualche anno la moto militare per eccellenza, e non solo italiana: la Moto Guzzi GT 17 monocilindrica di 500 cc. La GT 17 pesava sui due quintali e toccava i 90 kmh e venne costruita in 4810 esemplari. Le nostre fabbriche, Bianchi, Benelli, Gilera,Mas, Sertum fornirono motociclette che finirono per assomigliarsi un po’ tutte. Unica a staccarsi era la Guzzi, che proprio nel 1939 aveva sostituito la GT 17 con un modello più perfezionato, l’Alce, la più conosciuta e popolare fra le nostre moto militari, assai apprezzata anche dal nemico. Fu costruita in 7059 esemplari. Nel Secondo Conflitto Mondiale anche le motocarrozzette (sidecar) ebbero un notevole successo: erano costruite da BMW e Zundapp, ma anche dalle americane Harley Davidson e Indian.
Negli anni 50 la Piaggio realizzò per l’esercito francese una Vespa col cannone. Il nome tecnico era PIAGGIO VESPA 150 TAP (Truppe Aereo Paracadutate). Questo particolare tipo di Vespa fu commissionata alla Piaggio dall’esercito francese. La Vespa Bazooka non venne costruita in Italia ma in Francia dalla ACMA che era già concessionaria di licenza di produzione del veicolo originale sul suolo transalpino. Il cannone era un M20. Fu prodotta dal 1956 al 1959 soprattutto per la guerra d’Algeria in circa 800 esemplari.
Redazione MotoriNoLimits