Macao è il circuito che intimidisce di più chi vi arriva per la prima volta. E, un po’ come quando si tolgono strati a una cipolla, con l’esperienza non diventa più facile. C’è un’ampia varietà di piloti a Macao, dagli esperti ai debuttanti assoluti, ma il più famoso è probabilmente il neozelandese due volte vincitore di Le Mans Earl Bamber, che corre con la Porsche. All’esatto opposto, il pilota tedesco dell’Audi Christopher Haase viene a Macao per la prima volta. Ma chi ha il compito più difficile?
“Macao è una delle piste più belle al mondo”, dice Bamber. “E, al di fuori della Formula 1, dal punto di vista di un appassionato, questa è la gara più importante in Asia. Considerando le barriere e la qualità dei piloti, è il circuito cittadino più impegnativo al mondo. Quindi, qualunque esperienza si abbia, bisogna dare il massimo”. Due anni fa Bamber arrivò vicinissimo a vincere Macao, tagliando il traguardo per primo in una gara accorciata dopo che Laurens Vanthoor aveva finite davanti a tutti capovolto, sul tetto della sua macchina, causando una bandiera rossa. Ma il risultato è stato considerato dal giro prima della bandiera rossa – per cui alla fine vinse proprio Vanthoor. “La speranza è riuscire a riprenderci quella vittoria!”, dice Bamber. “Due anni fa eravamo lì e abbiamo ancora un bel passo in gara. Il progetto è cercare di qualificarci davanti e vedere cosa succede”. Essendo uno che ha dominato Le Mans (per due volte), bisogna avere del coraggio per scommettere contro di lui.
Il rookie tedesco Christopher Haase ha aspettative più pragmatiche, ed è uscito con gli occhi sbarrati dopo il suo primo assaggio del circuito al volante della sua Audi. “Finire nella top 5 sarebbe un gran risultato nella mia prima esperienza qui”, dice. “E’ una pista molto irregolare, che non perdona e si capisce subito con quanta rapidità si possano commettere errori”. Ecco perché la maggior parte dei team porta carrozzerie extra a Macao e ritorna a casa con molto meno di quello che hanno portato. Se le cose vanno particolarmente male, puoi spedire la macchina a casa via posta in una busta… “Persino al Nurburgring Nordschleife, dove ho corso molte volte, hai due o tre metri d’erba che potrebbero salvarti prima di toccare le barriere”, sottolinea Haase. “Qui non c’è assolutamente niente”.
Anche se il tedesco non aveva mai visto Macao fino alle prove libere, aveva già fatto diversi giri prima di arrivare. Come? Grazie a un simulatore di guida, con cui ha completato “molte ore” sui 6 chilometri dell’epico circuito di Guia. “Mi ha aiutato molto”, dice. “Certo, non hai le stesse sensazioni a livello fisico di quando sei davvero in macchina, ma ti permette di capire la pista. Non ti prepara però alle bandiere gialle e alle interruzioni. Quando vedi una bandiera gialla devi essere pronto a fermarti perché la pista davanti potrebbe essere completamente bloccata. Quindi è decisamente il genere di posto dove ci vuole un po’ prima di prendere confidenza. E dove tutto può succedere”.
Bamber e Haase si affidano entrambi all’esperienza di altri: anche quando si tratta di sfruttare al meglio i pneumatici. “Il pneumatico Pirelli sembra lavorare molto bene qui”, sottolinea Bamber. “Aiuta decisamente il fatto che il mio team Manthey Racing abbia disputato l’intero campionato Blancpain GT, quindi sanno cosa fare anche coi pneumatici. Poi c’è la variante meteo, quindi bisogna essere pronto a montare le wet, continuare a lavorare duro e sapere come adattarsi”. Haase ha anche corso nella Blancpain GT Series, quindi è abituato a usare il P Zero DHD2– che quest’anno è stato portato a Macao per la prima volta. “Quell’esperienza aiuta, decisamente”, spiega. “In termini di grip il pneumatico è molto simile a quello che ho usato per tutto l’anno, e mi piace molto la consistenza, se le temperature sono alte bisogna prestare un po’ più di attenzione alle posteriori negli ultimi 10 minuti, ma niente di preoccupante. Stessa cosa in caso di pioggia!”. La vera emozione è riservata a chi è all’interno dell’abitacolo, perché guidare una macchina nella cruna dell’ago di Macao è una delle esperienze più da brividi che un pilota possa vivere. Basta chiedere a Bamber, che ha avuto regolarmente il privilegio di guidare la Porsche 919 Hybrid nel FIA World Endurance Championship: riconosciuta come la macchina da corsa più sofisticata al mondo. “Guidare una GT3 è divertente come una LMP1”, dice Bamber. “Può non essere avanzata come la 919, ma la sfida è uguale. Ogni volta che guidi una Porsche è incredibile, e questa è una delle migliori…”.