“Essere l’uomo con il numero 1 significa ricoprire un ruolo unico nel suo genere rispetto a tutti gli altri protagonisti”. Dino Zoff
Per iniziare questo articolo sul numero 1 ho voluto citare un grande appassionato di motori che sa cosa vuol dire portare quel numero con tutti gli occhi del mondo puntati addosso. Il numero 1 sembra avere perso appeal nella società moderna. Una volta era tanto bramato. Desiderato. Rincorso. Emblema di vittoria e di leadership. Negli sport è via via andato a perdersi piegato dalle regole del marketing aggressivo, dicono i ben informati. Il numero 1 è scomparso anche dalla Formula 1 e per questo, quando Hamilton l’ha indossato sulla sua vettura per la sola giornata del venerdì, in molti dai cuori nostalgici hanno sussultato increduli. Compreso chi scrive.
L’1 del portiere di calcio della frase di Zoff ha molto in comune con l’1 esposto per anni dai campioni dei motori su musetti e alettoni delle loro vetture. Sa bene il nostro Dino nazionale che l’1 vuol dire che hai lavorato bene, che meriti di essere colui che si carica il peso della squadra sulle spalle contro gli avversari. Tutti vogliono vincere ma c’è solo un numero 1 e immediatamente, quando lo diventi, sei nel mirino dagli avversari perché diventi il punto di riferimento di un movimento. L’uomo da battere, spodestare, detronizzare. Tutti vogliono fregartelo e per questo diventi l’uomo più solo. E l’uomo solo può avere dubbi. Incertezze. Debolezze.
Siamo sicuri che nell’orgia di numeri odierni ci siano solo motivi di marketing per vendere cappellini e modellini? 33, 27, 14, 5, 44… Troppo casino! Chi se li ricorda! L’1 invece è un faro, e il faro dalla notte dei tempi è la cosa più visibile all’orizzonte. Il non volerlo usare è sinonimo di volersi nascondere per fare meno rumore in caso di caduta? Per mostrare il numero 1 al mondo ci vogliono palle quadre, cuore e spalle forti per la vittoria ma ancor di più per la sconfitta. Con il numero 1 diventi il capro espiatorio agli occhi del mondo qualsiasi cosa fai… E, come diceva Charlie Chaplin, il capro espiatorio esiste sin dai tempi di Adamo ed Eva. Ci vuole personalità. Nascondersi dietro a numeri o a livree di caschi sempre diversi non ti fa comunque sfuggire dalla sconfitta. Quindi speriamo che ci sia qualcuno che a breve abbia voglia di sfoggiare nuovamente il numero 1 sulla vettura. Ne abbiamo bisogno…