La 6 Ore di Shanghai si è confermata particolarmente difficile per le Ferrari. Le vetture in classe GTE-Pro erano state attardate già in qualifica, quando non erano riuscite a far meglio della quinta fila; in gara le 488 GTE di AF Corse hanno recuperato, occupando per alcuni giri anche posizioni da podio, ma scivolando nel finale in quinta e ottava piazza in una gara che le ha viste faticare troppo con le gomme da bagnato. Corsa non facile anche in classe GTE-Am, con le Ferrari che in certe fasi sono state anche al comando ma che nel finale di gara sono scivolate giù dal podio.
GTE-Pro. La prima metà di gara è stata ben poco interessante. La corsa è partita dietro la Safety Car a causa dell’intensa pioggia che stava cadendo su Shanghai ed è stata sospesa a due riprese. Dopo tre ore non erano stati percorsi nemmeno venti giri in bandiera verde. Le due Ferrari in classe GTE-Pro hanno adottato strategie diverse: la #51 che ha effettuato il primo pit stop in condizione di Safety Car sostituendo Alessandro Pier Guidi con James Calado; la 71 è invece andata avanti effettuando lo stop in bandiera verde ma mantenendo Sam Bird al volante. A due ore dal termine la 51 era così terza con la 71 sesta. Al restart dopo l’ennesima Safety Car, Davide Rigon è salito sulla 71 e ha iniziato a recuperare terreno sui rivali arrivando fino al terzo posto, mentre Calado ha faticato a trovare il grip con le gomme Wet, stesso problema poi lamentato da Rigon nel suo ultimo stint. Nel finale una nuova Safety Car ha riavvicinato il gruppo e Calado è riuscito a scavalcare Rigon che nel giro finale è scivolato all’ottavo posto nella gara che è andata all’Aston Martin di Marco Sørensen e Nicki Thiim.
GTE-Am. In classe GTE-Am l’inizio di gara ha visto brillare la Ferrari #54 di Spirit of Race con Francesco Castellacci anche se tutte le 488 GTE si sono difese con Weng Sun Mok sulla 61 di Clearwater Racing e Motoaki Ishikawa sulla 70 di MR Racing. Al pitstop Castellacci è stato sostituito da Thomas Flohr, mentre Eddie Cheever III ha preso il posto di Ishikawa. A fare meglio di tutti è però stato Matt Griffin, salito sulla 61 al posto di Mok, all’ultima gara nel WEC. L’irlandese è arrivato fino alla prima posizione ma dopo il successivo pit stop Keita Sawa è nuovamente scivolato indietro. Nel finale, il peggiorare delle condizioni meteo ha penalizzato le 488 GTE, anche se Giancarlo Fisichella, con un finale degno del suo nome, ha portato la sua vettura al quarto posto; sesta la 488 GTE di MR Racing, settima quella di Clearwater Racing. Vittoria di classe alla Porsche numero 77 di Campbell-Andlauer-Ried, successo assoluto alla Toyota di Conway-Kobayashi-Lopez. Prossima gara a marzo 2019: la 1000 Miglia di Sebring.
Redazione MotoriNoLimits