Non ci si crede ancora a quello che è successo nel Q2 del Brasile, ma a Sebastian Vettel è andata meglio di quanto potesse andare (penalità in griglia), visti i comportamenti
alquanto discutibili della FIA in queste qualifiche: una reprimenda e 25.000 euro di multa, il che non è proprio una passeggiata, neppure per chi ha uno stipendio come il suo. Uno schiaffo in faccia a tutti quelli che fanno un lavoro normale e onesto e magari quella cifra non la vedono nemmeno in un anno di lavoro. Il pilota della Ferrari mantiene quindi il secondo posto sulla griglia di Interlagos, dopo essere stato convocato dai commissari per difendersi dall’accusa di non aver spento il motore e aver distrutto le strumentazioni FIA usate per pesare le monoposto durante la sessione.
Come detto, il fatto è avvenuto durante il Q2 quando, con la pioggia in arrivo, Vettel è rientrato di corsa ai box per cambiare i pneumatici prima di aver fatto un tempo. Entrando nella pitlane è stato chiamato al peso per un controllo a caso e i commissari l’hanno fatto aspettare per un tempo che è parso una vita, considerando il momento, anche per chi osservava e non era nell’abitacolo. Durante l’episodio, il delegato tecnico FIA Jo Bauer, che ha riferito ai commissari, ha detto che Vettel aveva “rifiutato di spegnere il motore” come richiesto, rendendo “difficile avere un risultato stabile“.
Dopo aver ascoltato le sue spiegazioni e aver controllato la telemetria e i video, i commissari hanno deciso di dare a Vettel una multa di 25.000 euro e la prima reprimenda della stagione per “non aver seguito le istruzioni degli ufficiali per lo svolgimento della procedura in sicurezza”. Abbiamo già espresso il nostro parere nel pezzo post-qualifiche: Vettel ha sbagliato non rispettando le regole – come ha sbagliato Hamilto, che non è nemmeno stato messo under investigation – ma in circostanze come quelle di oggi, con il tempo da fare, la pioggia in arrivo e un campionato ancora in gioco, d’accordo i controlli casuali, ma almeno essere veloci e non prendere in giro sarebbe il minimo che ci si aspetterebbe dalla FIA.
Ci piacerebbe sapere una cosa: questi 25.000 euro che fine fanno? Finiscono nelle casse della FIA e della F1 o magari in beneficenza? Visto che il circuito è circondato dalle favelas non sarebbe un’idea malvagia… Ma forse è troppo intelligente e utile perché venga attuata.
Barbara Premoli