Ancora lui davanti a tutti: Lewis Hamilton ha conquistato la pole nel GP del Brasile, la decima della stagione e l’82° in carriera, che è anche la numero 100 per la Mercedes
e la quinta conscutiva del team a Interlagos. A meno di un decimo la Ferrari di Sebastian Vettel, la cui seconda posizione potrebbe però essere a rischio: il tedesco è stato infatti chiamato dai commissari FIA perché durante il Q2, quando è stato fermato per il controllo peso, avrebbe rifiutato di spegnere il motore e distrutto parte della strumentazione.
Terzo posto per Valtteri Bottas, con Kimi Raikkonen quarto, seguito dalle Red Bull di Max Verstappen e Daniel Ricciardo, che però partirà 11° per le 5 posizioni di penalità per sostituzione del turbo. Sorpresa del pomeriggio brasiliano, Marcus Ericsson, che ha portato la sua Sauber in 7° posizione nel suo penultimo weekend in F1 (perché dato che è un pilota che merita per lui un sedile non c’è… non ha un papà che ha comprato un team, lui). Ottavo Charles Leclerc, davanti alla Haas di Romain Grosjean e alla Toro Rosso di Pierre Gasly.
Se sul secondo posto di Vettel pende la decisione dei commissari (ma crediamo che più di una multa non possa arrivare…), ha fatto parecchio discutere la manovra di Lewis Hamilton, prima su Raikkonen e poi soprattutto su Sirotkin: i commissari non hanno neppure messo under investigation la cosa, nonostante il pericolo corso dal russo, giustificando la decisione col fatto che il pilota Williams non fosse nel giro lanciato ma solo in quello di uscita. E qui non è questione di tifo o colori e nulla toglie alla splendida pole fatta dal neo-campione: le regole sono regole e, come Vettel avrebbe dovuto spegnere il motore, Hamilton avrebbe dovuto guardare negli specchietti e, vedendo arrivare una macchina, non scartare così, indipendentemente dal fatto che il collega fosse o meno nell’outlap. E’ anche comprensibile che la Williams non abbia protestato: i motori chi glieli dà? Ma non è bello che in questa F1 non ci siano più regole e che non vengano applicate nello stesso modo.
Non vogliamo scusare Vettel, ma siamo obiettivi: quel commissario col birillo, l’altro davanti che perdeva tempo ridacchiando li abbiamo visti tutti. Il pilota era nel pieno del Q2, si stava giocando il passaggio al Q3 col rischio pioggia e il passaggio alle soft. Non ha spento il motore, ha agitato le mani, chissà cosa non ha detto. Sarà l’ennesima prova del suo nervosismo, tanto sotto accusa. Ma, onestamente, alzi la mano chi al suo posto non avrebbe avuto la tentazione di stenderli tutti e due… E diciamolo! La FIA dovrebbe davvero darsi una svegliata e mettere ordine in vista del prossimo campionato. Certe cose sono insopportabili, quasi come le penalità per chi mette una ruota fuori da una linea immaginaria. E’ la Formula 1, signori, e qualcuno ogni tanto dovrebbe ricordarsene.
Barbara Premoli