Il fine settimana scorso ho vissuto due eventi motoristici in cui le protagoniste sono state le vetture del passato. All’Imola Classic by Peter Auto e al Salone Auto e Moto d’Epoca di Padova ho potuto piacevolmente notare quanto questi eventi abbiano coinvolto moltissime persone e appassionati.
A queste due esperienze, per scrivere le righe che seguiranno, voglio aggiungere anche quelle del FIA Master Historic e naturalmente l’Historic Minardi Day che si sono svolte sempre a Imola. Ho osservato bene i volti degli appassionati in questi eventi. Gente di ogni età, interessata e felice di vedere e vivere le vecchie glorie da vicino assieme ai protagonisti di tante avventure in pista.
Sarò anche un nostalgico, è vero, non voglio nasconderlo ma, in un momento di crisi d’identità tecnica e sportiva per il futuro del motorsport a tutti i livelli, che non sa bene che linee guida darsi per evolversi, ho come l’impressione che i fine settimana storici siano il cavallo di Troia per riportare la gente in circuito e riavvicinare la gente ai motori. Bisogna ripartire da questo. Non dai social o dalla Playstation.
Bisogna ripartire dai rumori. Dagli odori. Dalle mani sporche dei meccanici. Dalla possibilità di scambiare due parole con questo o quel pilota. Dalla possibilità di vedere da vicino una vettura e non solo dallo schermo di una pay tv o da dietro la rete durante una gara. Ma bisogna essere costanti nel proporre ogni anno questi eventi. Specialmente nella nostra Patria, da sempre impregnata di passione per i motori. Cose semplici. Razionali. Come ho potuto appunto vivere quest’anno. Ne sono convinto, specialmente per avvicinare le nuove generazioni. Altrimenti far partire l’interesse dal nulla sarà sempre più impresa ardua per chi organizzerà le gare di domani. F1, GT o endurance che siano. Il 2019 è dietro l’angolo…