Un GP del Giappone estremamente movimentato, con moltissimi sorpassi. Movimentato per tutti tranne che per Lewis Hamilton, in testa dal via alla bandiera a scacchi,
che ha conquistato la 71° vittoria in carriera, la quarta a Suzuka e la quinta nel GP del Giappone (nel 2007 ha infatti vinto al Fuji; meglio di lui solo Michael Schumacher, con sei), con il rivale in Campionato Sebastian Vettel soltanto 6°, dopo un errore che ha pagato caro quando era in 4° posizione. Quella di oggi è anche la 50° vittoria del campione inglese con la Mercedes e vede aumentare il vantaggio dai 50 punti della vigilia a 67, con quattro gare ancora da disputare. Una domenica perfetta anche per il team, completata dal secondo posto di Valtteri Bottas, anche lui praticamente indisturbato per 53 giri.
Un weekend da cancellare per la Ferrari che, dopo l’errore in qualifica con le intermedie, oggi ha chiuso con Raikkonen e Vettel in 5° e 6° posizione, alle spalle delle due Red Bull di Max Verstappen (per la terza volta sul podio a Suzuka) e Daniel Ricciardo, autori entrambi di una splendida gara, con l’australiano che ha rimontato dalla 15° posizione e l’olandese che, senza la penalità di 5 secondi per la manovra su Raikkonen, avrebbe potuto arrivare secondo. Non si è proprio capita la mossa di Vettel, quando nel giro 8 ha tentato un sorpasso su Verstappen alla Spoon – quando sarebbe bastato aspettare un posto più favorevole o il giro successivo in cui avrebbe potuto usare il DRS – girandosi e danneggiando la macchina: un gesto assurdo se si pensa che, partito benissimo e in modo aggressivo, nel primo giro aveva recuperato cinque posizioni e, al momento del contatto, era quarto, seguito dal compagno di squadra, quindi con una gara apertissima davanti, e una macchina integra.
A chiudere la zona punti, le Force India di Sergio Perez ed Esteban Ocon in 7° e 9° posizione, la Haas di Romain Grosjean 8° e la Renault di Carlos Sainz, primo dei doppiati. Ritirati Magnussen, Nico Hulkenberg e Charles Leclerc. A proposito di Magnussen, ennesima gara in cui il pilota della Haas si è messo in mostra in negativo, oggi spostandosi di colpo sulla destra per difendere la posizione dall’attacco di Charles Leclerc che l’ha per forza di cose tamponato, costretto poi a tornare ai box per cambiare l’ala, con il danese che ha rimediato una foratura ma, cosa grave, non è stato punito dai commissari, come se tutto fosse assolutamente normale. Come ha sottolineato Jacques Villeneuve a fine gara, uno scandalo.
Per Sebastian Vettel alla fine la magra consolazione di aver fatto il miglior giro in gara, strappando a Hamilton il Grand Chelem… ma l’inglese ha un obiettivo ben più importante nel mirino della sua Mercedes: eguagliare il record di Juan Manuel Fangio, che è sempre più vicino, grazie alla competitività della monoposto, al lavoro perfetto del team, alle sue capacità e ai troppi errori Ferrari. E di questo siamo sinceramente dispiaciuti per tutti gli uomini e le donne che a Maranello e in circuito ci mettono l’anima e per i tifosi. E, nonostante le dichiarazioni post-gara di Maurizio Arrivabene, nessuno ci crede più.
Barbara Premoli