Il posto dove hai realizzato un sogno può diventare un incubo: questo penserà adesso Valtteri Bottas, che in Russia ha vinto il suo primo GP e che oggi ha dovuto far passare Lewis Hamilton, su ordine del muretto, cedendo una vittoria certa. Una doppietta a Sochi per la Mercedes, con l’inglese che porta a 50 il vantaggio su Sebastian Vettel, terzo alla bandiera a scacchi. E, come abbiamo scritto, benché Bottas sia ben consapevole di essere il numero 2 e sia pagato fior di soldi per questo, la decisione di oggi è stata difficile da accettare per tutti e fa passare in secondo piano il gran risultato del team in un weekend in cui le Frecce d’Argento hanno dominato. Senza contare che non è passato molto da quel “da noi niente ordini di squadra” detto da Toto Wolff in risposta all’accusa di Maurizio Arrivabene che aveva definito Bottas un maggiordomo…
Autore di un splendida pole, Bottas è scattato al comando ed è rimasto davanti a Hamilton fino al giro 24 dei 53 previsti, quando gli è stato chiesto di dare strada a Lewis, adducendo motivi di blistering. Il finlandese ha obbedito, in modo anche eccessivamente eclatante, assicurando alla Mercedes il sesto successo in 6 edizioni del GP e a Hamilton di portare a 50 punti il vantaggio su Vettel. Ma l’assenza di team radio dopo il traguardo, l’imbarazzo tra i due piloti, quelle frasi che abbiamo sentito (BOT: “How are we gonna finish the race?” TEAM: “Positions stay as they are“; “Valtteri, this is Toto. It was a difficult day for you and a difficult day for us. Let’s discuss it after the race“) non rendono certo memorabile l’impresa odierna, in cui tra l’altro il campione in carica ha raggiunto i 70 successi in carriera, il terzo a Sochi (con il presidente Putin che nel retropodio gli ha detto una cosa tipo “Ancora tu?“). Insomma, una giornata da cercare di archiviare in fretta, anche se tutti ancora si ricordano bene il GP d’Austria 2002 e quel teatrino mal orchestrato dal muretto Ferrari – allora capitanato da Jean Todt – tra Schumacher e Barrichello, seguito dalla sceneggiata dello scambio di posto e trofei sul podio che costò a Maranello una multa memorabile.
Tornato in pista 5° dopo il pitstop, Hamilton ha passato Vettel all’esterno della curva 3 nel giro 15, viaggiando poi verso la vittoria e a fine gara non ha mancato di sottolinare la difficoltà del momento: “It’s actually quite a difficult day. Valtteri was a real gentleman to let me through. To have a one-two – usually we’d be elated. Valtteri deserved to win… but today it was a real team effort“.
La Ferrari ha in qualche modo salvato la domenica di Sochi con il 3° e 4° posto di Vettel e Raikkonen, ma l’obiettivo è sempre più lontano e, anche se mancano ancora cinque gare alla fine, crederci per tutti diventa più difficile, come ha lasciato intendere lo stesso Vettel a fine gara: “It was tricky – they (HAM & BOT) worked very well together. I tried to put pressure on Valtteri but couldn’t get close enough… It was a good race… but not the result we wanted“.
Vero protagonista della giornata, Max Verstappen, che ha festeggiato alla grande il suo 21° compleanno, rimontando in modo impeccabile dal 19° al 5° posto finale (dove era già dopo 8 giri, notare…) e restando a lungo al comando finché non è stato costretto a rientrare ai box per sostituire le soft con cui era partito. Alle sue spalle il compagno di squadra Daniel Ricciardo, la Sauber di Charles Leclerc (ultimo dei piloti non doppiati), la Haas di Kevin Magnussen e, a chiudere la zona punti, le Force India di Esteban Ocon e Sergio Perez.
Hanno visto la bandiera a scacchi anche Grosjean, Hulkenberg, Ericsson, Alonso, Stroll, Vandoorne, Sainz e Sirotkin, i soli ritiri sono stati quelli dei piloti della Toro Rosso Gasly e Hartley per problemi ai freni.
Barbara Premoli