Non riusciamo a smettere di ridere, pensando alla telefonata di ieri sera con l’ufficio stampa del Motor Show, in cui più volte ci è stato detto che quanto riportato sui media sulla cancellazione dell’evento 2018 non era mica detto fosse vero e forse avevamo tutti preso una grossa cantonata che avremmo pagato con una figura barbina (al che abbiamo fatto presente che noi nel titolo del nostro articolo avevamo messo quel “forse” non a caso…).
Ebbene, oggi come da programma è andata in scena la presentazione ma, contrariamente a quanto scritto sull’invito, non del Motor Show 2018. Anzi, di questo nessuno ha proprio parlato. Ma guarda, ci avevamo preso anche qui: il Motor Show cambia e diventa ‘Motor Show Festival – Terra di Motori” e dovrebbe svolgersi a Modena, dal 16 al 19 maggio 2019. Il condizionale è d’obbligo. Ad annunciarlo il direttore generale di BolognaFiere, Antonio Bruzzone, presenti il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli e Vincenzo Conte del Centro Studi Promotor.
Cambio di data, location e format: è la risposta concreta ed energica di BolognaFiere ai dubbi sul futuro di Motor Show che, ricollocato nel cuore della ‘Terra di motori’, avrà un piano pluriennale che dovrebbe diventare piano di marketing e di sviluppo territoriale e turistico. L’impegno è di BolognaFiere e del Comune di Modena, con l’avvallo della Regione Emilia-Romagna. Quindi realtà importanti che ci mettono la faccia e puntano in alto: far diventare questo Salone/Festival/evento/show emblema di uno dei territori italiani a più alta produttività: la ‘Terra di Motori’, che conta più di 9.500 aziende che operano nella filiera automotive, con oltre 100.000 addetti altamente specializzati e un export che vale più di 10 miliardi di euro all’anno.
Si parla di Modena, Università di Bologna, Ferrara e Parma, ma anche di Ferrari, Lamborghini, Dallara, Ducati, HaasF1Team, HPE COXA, Magneti Marelli, Maserati, Pagani, Scuderia Toro Rosso, da cui è nata la ‘Motorvehicle University of Emilia-Romagna’: e poi di Museo Ferrari, di showroom Maserati, Museo Stanguellini, Museo Pagani, Museo Lamborghini, Museo Ducati, di collezioni di auto storiche di Righini nel castello di Panzano a Castelfranco e di quella di Umberto Panini. E i signori del Motor Show – vecchi e nuovi – si sono dimenticati che la scorsa settimana c’è stata un’inaugurazione importante in Dallara, università e museo. Dallara, che ha fatto grande la Motor Valley, che da lì non ha mai voluto spostarsi e che tanto sta facendo per il territorio, un nome davanti al quale tutti dovremmo alzarci in piedi, loro lo dimenticano. Cominciamo bene… E un’altra cosa ci lascia perplessi: tutti questi grandi nomi, ma non uno di loro che abbia detto una parola finora sul coinvolgimento nel Motor Show Festival.
Una cosa ci solleva: ci sarà un cambiamento, perché il Motor Show così com’era negli ultimi anni faceva acqua da tutte le parti. Certo, non è ancora chiaro il quadro esatto di quello che sarà questo Motor Show Festival – una parte potrebbe essere una copia di Parco Valentino, ma lo scopriremo quando ci sarà la presentazione vera e propria dell’evento e si spera che la prossima volta, quando e se ci verrà inviato un invito a una presentazione, di presentazione si tratti, e non di annuncio di cambio programma in stile festa a sorpresa con donnina nuda che esce dalla torta. Perché ieri ci è stato detto “Vieni, quando si solleverà il sipario saprai e vedrai la sorpresa!”. Ah, volete ridere? In tutto questo una cosa non è stata detta o scritta a chiare note, né durante la presentazione né nel comunicato che potete leggere integralmente qui sotto: che l’edizione 2018 è stata cancellata. E’ cambiato in tempo reale il nome dell’account Twitter, il logo, ma… dal 6 al 9 dicembre il Motor Show c’è o non c’è? Ovviamente la domanda è ironica, stiamo scherzando ma è meglio specificarlo… visto che l’ufficio stampa ama giocare, ci mettiamo sullo stesso piano, con una grande differenza: noi non prendiamo MAI in giro nessuno. Scriviamo sempre e da sempre le cose come stanno. Insomma, noi facciamo il nostro lavoro: comunichiamo. Punto.
E adesso guardiamo avanti, anche se nella mente di tanti noi passano le immagini di quello che era il vero Motor Show: macchine, moto, spettacolo, la F1, il rally, i piloti, i Caschi d’Oro, la folla. Da ragazzi significava vivere il sogno lì, a portata di mano; e, quando abbiamo iniziato ad andarci da giornalisti, l’emozione di osservare l’entusiasmo del pubblico che, cascasse il mondo, al Motor Show non poteva mancare. Speriamo che tutto questo ritorni, anche se sarà diverso e non sarà più a Bologna. Ma si sa, nella vita tutto è cambiamento…
Barbara Premoli