C’è ancora chi sostiene che Singapore non sia una pista da Mercedes, ma evidentemente non hanno avvisato Lewis Hamilton che ha conquistato la quarta pole a Marina Bay e la 79° in carriera, al termine di un giro (uno solo, non ha concluso il secondo per via di traffico e un errore) che definire impeccabile è niente e che ha umiliato tutti, tranne forse il collega della Red Bull Max Verstappen, a 3 decimi. E’ stato lo stesso campione a definirlo magico, per Wolff inveve è “polvere di stelle”. Il tempo di 1m 36.015s è di oltre 3 secondi inferiore a quello della pole 2017 di Sebastian Vettel, basta questo per dare l’idea dell’impresa.
Il tedesco della Ferrari non ha nascosto la delusione con quel pugno alla fine del secondo tentativo, solo terzo e, anche se come sempre la frase fatta è “la gara è domani” è innegabile che sia l’ennesimo colpo psicologico che dà all’inglese un vantaggio sul rivale al Titolo alla vigilia del 15° round. Quarto Valtteri Bottas a 0.687s dal compagno di squadra, seguito dalla Ferrari di Kimi Raikkonen e dallla Red Bull di Daniel Ricciardo. Lotta serrata a metà gruppo, con la Force India di Sergio Perez 7°, davanti alla Haas di Romain Grosjean, a Esteban Ocon e alla Renault di Nico Hulkenberg.
Undicesima la McLaren di Fernando Alonso, che era riuscito a mettere dietro la Renault di Carlos Sainz, che si è lamentato dell’assenza di grip. A seguire, 13° e 14°, le Sauber di Charles Leclerc e Marcus Ericsson, la Toro Rosso di Pierre Gasly, la Haas di Kevin Magnussen, la Toro Rosso di Brendon Hartley, la McLaren di Stoffel Vandoorne e – come da copione – le due Williams di Sergey Sirotkin e Lance Stroll.
Barbara Premoli