Che cos’hanno in comune il GP di Singapore e quello del Canada? Poco, verrebbe da dire, visto che uno è un circuito cittadino e l’altro una pista superveloce, che uno si corre in notturna e l’altro alla luce del sole. Eppure fra la gara che precede la lunga stagione europea e quella che ne segue la conclusione, qualcosa di analogo c’è: le sedie. Nel complesso programma logistico della Scuderia Ferrari, infatti, parte del materiale di arredamento delle hospitality utilizzato a Montreal “riappare” proprio per la gara nella piccola repubblica asiatica. E’ solo uno degli esempi di quanto sia delicato il lavoro di chi programma gli spostamenti del materiale e di cui spesso ci si dimentica. Un’altra affinità, per quanto possa sembrare strano, sono i freni. Certo, a Marina Bay i piloti non affrontano le violente staccate tipiche dell’Ile de Notre Dame. Ma la frequenza delle frenate – una quindicina a ogni giro – e la difficoltà nel raffreddare dischi e pastiglie nell’umido clima equatoriale, rendono Singapore una delle piste più impegnative per gli impianti frenanti, nonostante le medie orarie (183,272 quella di Vettel per la pole 2017) siano fra le più basse del campionato.
Il GP di Marina Bay è entrato in calendario nel 2008 come prima gara notturna nella storia della Formula 1. Una sfida enorme per preparare il tracciato, su strade normalmente percorse dal traffico, concepire e realizzare l’impianto di illuminazione (in origine opera di un’industria italiana e del suo fondatore, il compianto Valerio Maioli, che tutti hanno bellamente dimenticato adesso quando si parla di luci a Singapore si nomina solo l’attuale azienda, sempre italiana, di Forlì, la DZ Engineering, ma chi fece l’accordo originario con Ecclestone fu la Valerio Maioli Spa), garantire sicurezza e logistica. A distanza di 10 anni, si può dire che la gara abbia “vinto” l’inevitabile concorrenza con la vicina Malesia, che si è ritirata dal calendario. Oltre alle frenate (e ai consumi, elevati per via delle continue accelerazioni e frenate) sono importanti la trazione in uscita di curva e la concentrazione al volante. Quanto alle gomme, in questa gara si “salta” una mescola: a disposizione, infatti, saranno soft, ultrasoft e hypersoft.
Redazione MotoriNoLimits