Fernando Alonso ha detto che la decisione di lasciare la F1 deriva dalla mancanza di azione in pista più che dalle scarse prestazioni della McLaren, anche se non esclude un ritorno a lungo termine. La prevedibilità e la mancanza di emozioni sono diventate eccessive per lui: “L’azione in pista non è quella che sognavo quando sono entrato in F1, o quando ero in campionati diversi, o quella che ho vissuto in anni recenti“, ha detto. “Smetto perché l’azione in pista secondo me è scarsa. E infatti parliamo più di F1 fuori dalla pista, parliamo di polemiche, di messaggi radio, di queste cose e questo è un segno negativo. Ci sono altri campionati che forse offrono più azione, più divertimento e più felicità, è questo che voglio trovare“.
Anche se Alonso ha ammesso che la prospettiva di vincere un terzo titolo in F1 nel 2019 avrebbe potuto convincerlo a restare, non nasconde che la F1 semplicemente non lo entusiasma più: “Nel 2004 e nel 2009, non vincevo tutte le gare, ma era difficile prevedere cosa poteva succedere a Spa e Monza. Adesso possiamo scriverlo in anticipo, possiamo indicare le prime 15 posizioni con forse un paio di errori, vista la prevedibilità del tutto. Andiamo a Barcellona e proviamo il primo giorno nei test invernali e sai cosa farai fino a novembre ad Abu Dhabi. Per me non è un problema perché dopo 18 anni ho raggiunto più di quanto potessi sognare, ma per i giovani piloti o piloti diversi è dura, perché sperano che l’anno successivo il team faccia uno step incredibile o di ricevere una telefonata da uno o due team. La situazione è diventata difficile per i piloti ambiziosi“.
Redazione MotoriNoLimits