Ferragosto, ultime grandi partenze e una foto ci ha riportati nel passato. Chi non è cresciuto negli anni 70 non ha probabilmente idea di cosa parliamo: del portapacchi e di quella che allora si chiamava “villeggiatura”. Oggi è tutto facile: bagagliai enormi che senti l’eco e ti ci perdi, che guidi una berlina o un SUV, ma anche le utilitarie non scherzano e, al bisogno, si può sempre montare quell’orribile ma utile box da tetto e partire, ovviamente con aria condizionata, aiuti alla guida, Telepass e chi più ne ha più ne metta.
Ma 40 e passa anni fa le cose erano molto diverse, con il momento della vacanza preceduto da una serie di riti: il controllo dal meccanico di fiducia, il clac della serratura delle valige, le borse che pian piano riempivano il corridoio e il momento-thriller del portapacchi: tolto dal cellophane che l’aveva protetto per mesi, veniva appoggiato delicatamente e montarlo e poi impilare al meglio le cose era un’arte. Il divertimento era mettersi in due a passarsi e poi tirare le funi elastiche: e, puntuale ogni volta, una partiva e beccava quello dall’altra parte e il problema non era tanto farsi male quanto rigare la carrozzeria! Quando potevi aiutare papà a tirare gli elastici significava che eri diventato grande.
Pronti, partenza, via, tutti a bordo, cintura di sicurezza anche se non era obbligatoria. Sosta a fare il pieno (e a contare le zampe del cane…) alla stazione di servizio Agip in piazzale Accursio (dove oggi c’è la sede di Garage Italia) e, appena entravi in autostrada, era vacanza. Che ricordi… bei ricordi, di quando non c’era aria condizionata, l’impianto Bose era un mangiacassette, l’airbag era l’abbraccio del nonno, l’entertainment era guardare papà che muoveva i piedi sui pedali e cambiava marcia, ascoltare il motore, osservare il paesaggio, leggere Topolino.
Cari millennials, vi sembrerà strano, ma si viveva bene, molto bene. Altro che Cx, sensori, ibrido, elettrico e guida autonoma… e non si rischiava di distrarsi con lo smartphone perché il telefono era fisso e aveva la rotella e in vacanza per chiamare papà quando tornava al lavoro si faceva la coda alla cabina telefonica coi gettoni in mano – ma poi si mangiava il Mottarello! La “villeggiatura” era una filosofia di vita, non aveva niente a che fare con la vacanza di oggi e, pensate un po’, i genitori si ricordavano sempre che noi figli eravamo a bordo, senza bisogno di sensori, forse perché erano concentrati su di noi e non sui risvoltini o i consigli dell’influencer di turno. Bella storia, vero? Tutto reale, niente virtuale…
Barbara Premoli