Poteva essere un successo, ma così non è stato. In una gara decisa dalla pioggia, la Ferrari porta a casa un terzo posto con Kimi Raikkonen. Per Vettel, partito dalla pole, il primo ritiro dell’anno (fino a oggi è stato l’unico pilota sempre a punti) per un errore alla curva 13, all’ingresso del Motodrom. Un weekend particolarmente difficile, per le notizie sul presidente Marchionne, finisce ben lontano dalle aspettative. Ma le corse sono così e alle domeniche nere bisogna reagire il più velocemente possibile e il prossimo fine settimana di nuovo in pista, in Ungheria.
Maurizio Arrivabene: “In un weekend così particolare, sarebbe stato importante portare a casa una vittoria, e la nostra macchina aveva dimostrato di essere all’altezza del compito. Purtroppo le cose non sono andate in questo modo. Kimi ha disputato una bella gara, terminando sul podio. Ripartiamo subito per l’Ungheria, decisi a dare il massimo prima della pausa estiva.”
Kimi Raikkonen: “Oggi è stato difficile. Stranamente, in alcune curve l’aderenza era sufficiente e in altre non ce n’era affatto; la pioggia si faceva sentire soprattutto nelle curve 2 e 6. Era difficile capire quando bisognava rallentare e dove ci fosse più aderenza. Ovviamente bisognava decidere prima di frenare, sapendo che, se si trovava più bagnato del previsto, allora non ci sarebbe stato molto da fare. Non è stato facile, ma noi abbiamo cercato di fare del nostro meglio e credo che ci siamo riusciti. I momenti più difficili sono stati quelli prima dell’entrata della Safety Car; sembrava piovere parecchio e il grip della pista andava e veniva. Ad un certo punto ho avuto un incompresione con i doppiati e purtroppo ho perso la seconda posizione. Poteva andare meglio, ma questo è ciò che abbiamo ottenuto. Considerando la situazione credo che abbiamo fatto il massimo.”
Sebastian Vettel: “Non c’è molto da dire: ho fatto un errore e l’ho pagato carissimo in termini di risultato. Ho frenato appena troppo tardi prima della curva, ho bloccato le ruote anteriori e poi le posteriori e non sono riuscito a girare. Penso che fino a quel momento avessimo fatto tutto nel migliore dei modi, avevamo il ritmo giusto e controllavamo la gara. E’ stato un mio errore e sono deluso, ma non credo che ci sia bisogno di mostrare ancora quello che siamo capaci di fare. Siamo stati competitivi dappertutto, per cui non vedo l’ora di correre in Ungheria.”
PS: l’abbiamo letto e rieletto questo comunicato, ma non una parola che una nelle dichiarazioni di Arrivabene e dei piloti a Sergio Marchionne. Una volta si parlava di “classe Ferrari”. Una volta. Tempi ormai lontani. Non serve a niente, ne siamo consapevoli, ma la forma e il rispetto lo impongono. Ma forse i diretti interessati non ci arrivano proprio perché forma e rispetto o li hai o non li hai. Se avessero vinto gli avrebbero – si spera – dedicato la vittoria. Ma niente vittoria, niente grazie per gli anni trascorsi insieme? Signori si nasce e qualcuno non lo nacque, come avrebbe detto Totò. Solo che in questo caso non c’è niente da ridere. E se è una scelta “politica” è altrettanto discutibile. Marchionne non avrebbe voluto e non vorrebbe sviolinate, ma il sacrosanto rispetto sì.
Barbara Premoli