Certi collegamenti nascono così, automatici. Vedo che tra chi consegna i premi sul podio di Silverstone c’è la rappresentante dei disabili FIA e subito il pensiero corre a Clay Regazzoni che proprio a Silverstone nel 1979 regalò alla Williams di Frank e Patrick la prima gioia mondiale. Penso a lui perché dopo lo sfortunato incidente di Long Beach, che lo ha costretto sulla sedia a rotelle, Clay ha fatto molto per evidenziare problemi e necessità dei disabili alla guida. Con il suo nome è stato un faro luminoso che non si è potuto evitare.
Penso a Clay per questo e penso alla Williams di oggi. Una vettura relegata ai bassifondi della classifica e del Mondiale. Ogni gara sempre peggio. Un team in crisi tecnica e organizzativa. Durante le qualifiche sabato si è venuto a sapere che l’alettone posteriore è stato progettato in modo errato facendo sì che all’apertura e chiusura dell’ala DRS si creino degli scompensi aerodinamici al retrotreno che rendono la vettura inguidabile. Abbiamo visto infatti entrambi i piloti uscire di pista.
E’ una parabola discendente molto triste di cui non si vede segno di riscossa. Passa il tempo. Frank sempre piu stanco, malato e non può nemmeno più viaggiare. Le sue apparizioni sono rarissime. E’ molto strano che un team così importante paia non essere mai stato in grado di pensare al futuro su basi solide. Stiamo parlando di Williams non un team, con tutto il rispetto, come gli ultimi nati Manor, Caterham e compagnia.
La vettura di quest’anno, lo abbiamo capito, è stata sbagliata. Pensare che Paddy Lowe fosse la panacea ai mali è stato sbagliato. Mica è stato preso Aldo Costa che le disegna le vetture. Normalmente si potrebbe anche cominciare a dire, ok, pensiamo alla vettura del prossimo anno, ma su che basi visto che il main sponsor Martini dal 2019 non ci sarà piu? Inoltre siamo di fronte a un nuovo cambio regolamentare, seppur minimo. E cambio di regolamento vuol dire soldi da investire. Sono molto preoccupato per il team di Frank, spero di sbagliarmi, ma vedo nubi minacciose e scure nel futuro prossimo.. .e che si tengano stretti i milioni del papà del giovane Stroll, oggi più che mai vitali. Anche l’altro glorioso team inglese, la McLaren, è in crisi tecnica, ma almeno la Casa fondata da Bruce può guardare con soddisfazione agli introiti derivati dalla vendita delle vetture stradali e a un brand che, attualmente, rimane comunque più quotato a livello mondiale.
Riccardo Turcato