Una settimana dopo il GP di Francia, la F1 resta nel cuore dell’Europa per il 9° round del Mondiale 2018. Teatro del GP d’Austria è il Red Bull Ring, inaugurato nel maggio 2011 e situato nelle vicinanze di Spielberg, in Stiria. Pur essendo lungo, più o meno, come le piste di Budapest e Montreal (4,3 km l’una con differenze di decine di metri) il tracciato austriaco è l’unico del Mondiale in cui un giro è completato in meno di 65 secondi: l’anno scorso Valtteri Bottas realizzò la pole con la Mercedes in soli 1’04’’251. Merito delle alte velocità di percorrenza ma anche delle poche curve, solo 4 delle quali prevedono un ricorso ai freni superiore al secondo. A complicare la scelta di tempo dei piloti nelle staccate contribuiscono le frequenti ondulazioni della pista: dal punto più alto al più basso c’è infatti un dislivello di 65 metri. Secondo i tecnici Brembo, che hanno classificato le 21 piste del Mondiale, il Red Bull Ring rientra nella categoria dei circuiti altamente impegnativi per i freni.
L’impegno dei freni durante il GP
Ogni giro i freni vengono utilizzati 7 volte per un totale inferiore ai 9 secondi e mezzo, 4 decimi in meno della pista di Monza. Dalla partenza alla bandiera a scacchi i freni sono quindi in funzione per complessivi 11 minuti, equivalenti al 15 per cento dell’intera gara. Ancora meno i freni sono impiegati nella seconda metà della pista, dalla curva Rauch (curva 6) in avanti: se infatti nella prima sezione i piloti si servono dei freni per 6 secondi e mezzo, nella seconda li impiegano per meno di 3 secondi. Anche la decelerazione massima risente di questa divergenza: dai 4,7 g di media che si registrano nella prima sezione si passa ai 4 g della successiva. Di conseguenza la decelerazione media della pista è di 4,3 g, come per Barcellona. Abbastanza contenuta è anche l’energia dissipata in frenata durante l’intero GP da ciascuna monoposto: 147 kWh, equivalente all’energia necessaria per far funzionare circa 49 tori meccanici. In totale, durante la gara, un pilota usa i freni per poco meno di 500 volte, esercitando un carico complessivo di 62 tonnellate sul pedale del freno, cioè il triplo del peso dei cd musicali di Wolfgang Amadeus Mozart venduti in tutto il mondo nel 2017.
Le frenate più impegnative
Delle 7 frenate del Red Bull Ring 4 sono classificate come impegnative per i freni, 2 sono di media difficoltà e 1 è light. La più impegnativa per l’impianto frenante è quella alla curva Castrol (curva 1): le monoposto vi arrivano a 317 km/h e in soli 1,81 secondi scendono a 144 km/h. Per riuscirci i piloti esercitano un carico di 151 kg sul pedale del freno e subiscono una decelerazione di 4,8 g. Con il freno pigiato le vetture percorrono 106 metri, circa la lunghezza del Duomo di Salisburgo. I piloti subiscono 4,8 g di decelerazione anche alla curva Schlossgold (curva 4) grazie ai 313 km/h che raggiungono sul rettilineo che le precedono. la velocità di ingresso curva è inferiore rispetto alla curva Remus: le monoposto entrano in curva a 110 km/h. Quest’ultima richiede l’uso dei freni per 2,34 secondi ma un carico sul pedale di “soli” 146 kg.
Prestazioni Brembo
Le monoposto con freni Brembo hanno vinto tutte le ultime 6 edizioni del GP Austria disputate. Questo è uno dei pochi tracciati al mondo in cui non si è ancora imposto Sebastian Vettel.
Redazione MotoriNoLimits
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