Battesimo del fuoco per il Paul Ricard che, dopo 10 anni, sta vivendo il ritorno del GP di Francia. Già ieri una grande folla, ma il traffico ha impedito a molti di assistere all’inizio delle prime libere, nonostante partenze di buon’ora. C’è stato chi è rimasto nello stesso punto per due ore: “Dopo un po’ ci siamo mossi solo perché altri davanti a noi hanno fatto inversione, tornando indietro e rinunciando a raggiungere il circuito. Questa è l’ultima volta che vengo a Le Castellet!”, ha detto un appassionato imbufalito. “Non penso proprio di rischiare lo stesso incubo tornando sabato, nonostante abbia già i biglietti, è ridicolo“, ha commentato un altro tifoso.
Problemi che stanno riguardando tutti, inclusi team e media. Il direttore sportivo Force India Otmar Szafnauer ha impiegato due ore per percorrere 15 km: “E’ vergognoso. Avevo un appuntamento con un un ospite arrivato appositamente in Francia, ma siamo rimasti bloccati nel traffico cosìì a lungo che è dovuto tornare all’aeroporto. Per me è un grosso problema, dato che è il mio lavoro, ma se fossi un tifoso e dovessi metterci due ore per fare 7 km, ci penserei due volte prima di tornare“.
Anche i piloti non sono stati immuni al caos: venerdì Sebastian Vettel e Romain Grosjean sono andati in circuito in moto e la polizia gli ha detto di tornare indetro, nonostante i pass, cosa successa anche a giornalisti: “Volevamo andare, ma non ci hanno fatti passare“, ha detto Grosjean, che è pure uno dei piloti di casa. “Ho spiegato che eravamo piloti e senza di noi non ci sarebbe stato lo spettacolo. Ci hanno risposto ‘Non ci interessa’. E’ una vergogna e una brutta sorpresa“.
Un altro problema al Paul Ricard è il circuito stesso, con molti piloti che hanno avuto problemi a individuare le curve giuste, per via dei 180 possibili layout. Sebastian Vettel, che a un certo punto ieri ha quasi inforcato la curva sbagliata, ha detto: “Non ho mai avuto così tanti problemi ad abituarmi a un circuito“.
L’architetto tedesco Hermann Tilke ha spiegato: “E’ stato progettato come test track, non per correrci. Ecco perché ci sono così tante zone di via di fuga. Non volevamo che le macchine fossero danneggiate ogni volta che c’è un incidente“. Cosa criticata proprio da Carlos Sainz: “L’elemento-rischio deve sempre esserci e qui manca“.
Problemi anche di asfalto, rattoppato in modo diverso e quindi con diversi livelli di grip: “E’ strano dato che passi da un settore con grip normale a un altro con un’aderenza elevata. Bisogna essere molto cauti“, ha commentato il pilota Renault Nico Hulkenberg.
In ultima, il punto di vista degli spettatori TV: tutte quelle strisce colorate fanno letteralmente venire la nausea. Ma almeno chi sta a casa può cambiare canale e non deve sobbarcarsi ore bloccato nel traffico. Da notare che gli organizzatori e il sindaco nei giorni scorsi si erano vantati di aver studiato dei piani di circolazione appositi per evitare gli ingorghi che già 10 anni fa rendevano il Paul Ricard un incubo: un piano davvero riuscito e dei poliziotti e addetti al traffico davvero preparati, visto che non sono nemmeno in grado di riconoscere pass stampa o team personnel (in fondo basta leggere, ma forse sono analfabeti…) né piloti come Grosjean o Vettel. Si sa che su tutto prevalgono gli interessi economici, ma da un primo bilancio se GP di Francia dev’esserci tanto vale tornare in mezzo alle mucche e al niente di Magny-Cours…
Barbara Premoli
[GRAND PRIX DE FRANCE DE FORMULE 1]
La Préfecture Du Var communique sur l’état de la circulation aux abords du circuit :
“Sur la route du #GPFranceF1 ce 22/06/2018 à 14h : vers une amélioration des conditions de… https://t.co/7t2SIgJxbu
— Circuit Paul Ricard (@PaulRicardTrack) 22 giugno 2018
26 minutes of being stopped. The only forward progress was due to two cars that decided to find another way. Unreal. #FrenchGP pic.twitter.com/lac9tLjqho
— Fake Charlie Whiting says ¯\_(ツ)_/¯ (@charlie_whiting) 22 giugno 2018