Dopo le voci di una rivolta dello staff McLaren, l’ex-team boss Martin Whitmarsh si dice disposto a rientrare. Secondo il Daily Mail alcuni dipendenti di Woking, esasperati dal fatto che i problemi proseguano anche dopo la fine dell’era Honda, avrebbero nominato una delegazione pronta a presentarsi a casa Whitmarsh, che ha lasciato il team nel 2014, dopo 25 anni.
“Alcuni dipendenti McLaren mi hanno detto che mi avrebbero mandato una lettera per spiegare la situazione. Ho detto loro di non indirizzarla a me, ma all’azionista del team Mansour Ojjeh“, ha confermato Whitmarsh. A quanto si dice, lo staff ne avrebbe abbastanza della leadership di Eric Boullier dopo gli ultimi problemi di performance, con Zak Brown sempre più concentrato su Le Mans e Indycar.
“Amo il team e sono incredibilmente rattristato vedendo cosa è diventato“, ha proseguito Whitmarsh. “Serve un grosso cambiamento di approccio. C’è troppa politica tra le figure di primo piano, penso che diverse di loro dovrebbero andare. Ho spiegato il mio punto di vista a Mansour e sta agli azionisti decidere cosa fare“. Whitmarsh ha lasciato chiaramente intendere di avere avuto colloqui con quella parte dello staff che pensa che Brown in particolare stia spostando gli interessi McLaren molto lontando dalla F1: “Il team era abituato a concentrarsi per vincere in F1. La McLaren sta andando in un’altra direzione, anziché fare dei GP la sua unica priorità, e questo mi fa rabbrividire“.
E aggiunge che è stata la partenza di Tim Goss a spingerlo sulle barricate, a supporto di quella che è sempre più una rivolta interna: “Goss è stato un capro espiatorio. Se una delegazione del team si presentasse alla mia porta, non li manderei via, sanno dove sto“, ha concluso Whitmarsh. Che cosa ne pensiamo noi? Magari Martin Whitmarsh tornasse e riuscisse a fare pulizia e a ristabilire le cose. E magari tornasse anche Ron Dennis: con loro la McLaren era la McLaren, non quel team imbarazzante e da fondo griglia che è diventato… Utopia? Forse. Ma mai dire mai.
Barbara Premoli