Quando la Porsche nel 1971 si presentò a Le Mans con la vettura 917/20 con aerodinamica sperimentale per il circuito francese sollevò molto stupore non per le forme, ma per la livrea.
Infatti la Casa tedesca, dopo il successo della livrea hippy-psichedelica del 1970, decise di far colorare la 917/20 ancora dall’artista Anatole Lapine. Ma come suoerare in stupore la livrea viola a onde verdi dell’anno precedente? Con un “abito” ancora più bizzarro: rosa maiale, che esibiva i tagli dell’animale da cui si ricavano i prodotti alimentari che tutti conosciamo. Dal bizzarro al più bizzarro. Nacque così la leggenda della Porsche PIG Maialino.
Allora però, più che far parlare per il concetto del maiale e dei tagli dell’animale, era proprio il colore rosa abbinato a una vettura guidata da uomini a creare facili battutine nell’ambiente. Battutine messe a tacere subito dal teutonico e di poche parole (ma di molti fatti) Reinold Joest che, a chi gli chiedeva cosa provasse a guidare un’auto rosa, rispondeva: “Sinceramente è più un problema nel caso per chi guarda la gara. Io da dentro mica vedo il colore della macchina”.
Porsche quest’anno, per la sua 911 RSR, ha deciso di riproporre quella mitica livrea con i tagli di maiale in bella vista pronti per un bel barbecue. Chissà se, in un mondo di terrorismo alimentare, dove vegani o fruttariani o altri mangiatori di cose che finiscono in “ani” , che si scagliano un giorno sì e l’altro anche contro chi mangia carne, avranno qualcosa da ridire. Avendo bazzicato per le tribune di Le Mans devo dire che, dalla quantità di panini e barbecue che ho visto, la Maialino è meglio che corra per tutte e 24 le ore… qualche tifoso affamato potrebbe pensare bene di tagliarsene un pezzo! A Porsche invece auguriamo di avere maggior fortuna quest’anno, visto che la 917/20 in gara ebbe un guasto che le impedì di vincere una gara per cui era in lotta.