E’ stato un errore di comunicazione tra i commissari locali a portare all’errore della bandiera a scacchi esposta un giro prima al GP del Canada: a dirlo il race director della F1 Charlie Whiting. Il commissario sullo stand di partenza/arrivo, che ha il ruolo di starter, pensava che il leader della gara Sebastian Vettel fosse nel suo 70° e ultimo giro e ha quindi erroneamente chiesto alla modella Winnie Harlow di sventolare la bandiera quando la Ferrari stava effettivamente completando il 69° giro. I piloti hanno continuato per il giro extra, nonostante i commissari di pista sventolassero le bandiere nel tradizionale saluto di fine gara. La situazione è stata trattata come nel caso di bandiera rossa e dopo una classifica provvisoria al giro 69, quella finale è al giro 68. Fortunatamente non ci sono stati cambiamenti nella top 10, anche se Daniel Ricciardo ha perso il giro veloce in gara, andato al compagno di squadra Max Verstappen.
“La bandiera a scacchi è stata esposta un giro prima per una comunicazione errata con l’addetto che qui chiamano starter, che dà il via e lo stop alle gare“, ha detto Whiting. “Pensava fosse l’ultimo giro, ha chiesto al race control di confermarlo, loro l’hanno confermato, ma pensavano stesse facendo un’affermazione, non una domanda. Quindi ha esposto la bandiera un giro prima, o ha detto alla persona preposta di farlo, ma la cosa non ha nulla a che fare col fatto che si tratti di una celebrità“.
Whiting è convinto che lo starter sia stato confuso dalla grafica TV che segnala il giro in cui si triva il leader, anziché i giri completati, situazione simile a quella accadura in Cina 2014: “Chi non lavora in F1 a volte è un po’ confusa dalla grafica che vede sugli schermi dove c’è scritto 69 su 70. Tutti noi sappiamo che significa che siamo nel giro 69, ma un osservatore casuale può pensare ‘Questo deve significare che è l’ultimo giro’. Penso che il dubbio nasca da qui. Ovviamente dobbiamo istruire meglio questi addetti. Un semplice errore di comunicazione, anche se spiacevole ovviamente. Abbiamo a che fare con molte persone, Paesi diversi, lungue diverse e non sempre tutto è perfetto. Chiaramente noi puntiamo alla perfezione, Per fortuna non ci sono stati veri problemi e non ha influito sul risultato della gara“.
Whiting ha detto che quando i team hanno chiesto cosa dovessero fare, ha detto loro di proseguire fino alla fine del giro 70: “Era molto chiaro quello che era successo. In quelle circostanze, pochissimi team manager sarebbero statu assolutamente certi di poter dire ai loro piloti di rallentare. Il mio consiglio a tutti è stato di completare la gara, tanto per essere sicuri“.
Whiting riconosce che la situazione è stata ulteriormente complicata dai commissari che lungo la pista sventolavano le bandiere, credendo che la gara fosse finita: “E’ parte della confusione, a volte i commissari sventolano le bandiere per congratularsi con il vincitore, qualcuno l’ha fatto a Montreal, perché anche loro pensavano che la gara fosse finita. Probabilmente gli avevano detto che la bandiera a scacchi era stata esposta. Ma il fatto che fosse successo prima ovviamente non lo sapevano. Se tutti i commissari avessero iniziato a entrare in pista quando i piloti stavano ancora correndo, cosa che credo sia successa in passato, e dovesse succedere di nuovo, credo che dovremmo prendere misure. Potremmo pensare di sostituire le bandiere con un cartello con luci a LED. Ma sarebbe una complicazione in più per un problema che si verifica una volta ogni 10 anni”.
Ma la sapete una cosa? Queste dichiarazioni fanno acqua da tutte le parti. Si presume che i commissari abbiano dei briefing prima di un weekend di gara e che soprattutto lo starter abbia una responsabilità extra. Chiunque abbia visto una gara di F1 sa cosa significa “69 di 70”, persino un bambino! Credibile che proprio lui non sapesse leggere i monitor? E poi il colmo: lui che ha il dubbio, chiede alla direzione gara – ovvero a Charlie Whiting – se fosse l’ultimo giro, ma loro non la intendono come una domanda ma come un’affermazione e rispondono ok. Loro i monitor li sanno leggere, quindi perché non gli hanno urlato”La gara non è finita, manca un giro, imbecille!!!“? Tutto questo senza contare il rischio per i piloti, in una fase delicatissima e carica di tensione, come ha detto Sebastian Vettel: “Ero preoccupato, ho detto al team via radio che non dovevano entrare in pista sventolando le bandiere, perché eravamo ancora a tutta velocità“. Immaginate se, vedendo i commissari di percorso, fossero entrati in pista gli spettatori! Vi sembra normale tutto questo? A noi onestamente no.
Barbara Premoli