Dal via al traguardo, Sebastian Vettel è sempre stato al comando del GP del Canada, riportando la Ferrari a un successo che mancava dal 2004, ben 14 anni, conquistando la 50° vittoria in carriera
e tornando leader del Mondiale, per un punto su Lewis Hamilton, oggi 5°. A 5,7 secondi da Vettel, la Mercedes di Valtteri Bottas, con la Red Bull di Max Verstappen a completare il podio (il primo per l’olandese qui a Montreal, dove ha anche fatto il giro più veloce in gara, 1.13.864 nel 65° giro) seguito dal compagno di squadra Daniel Ricciardo.
Ma sono stati 70 giri di noia assoluta, se si eccettuano la partenza, con Bottas che ha dovuto lottare con Verstappen per mantenere la seconda posizione, e poco dopo il botto clamoroso tra la Williams di Lance Stroll (una figura pessima davanti al pubblico di casa e l’ennesima prova che senza i soldi di papà forse sarebbe in Formula 3) e la Toro Rosso di Brendon Hartley. Stroll ha perso il controllo della monoposto ed è finito contro il neozelandese, facendolo letteralmente volare. Un episodio che la TV ha riproposto all’infinito durante la gara, forse per cercare di tenerci svegli cercando di illuderci che succedeva qualcosa.
L’incidente ha fatto uscire la safety car (mica volevamo interrompere la tradizione, visto che è nata proprio qui in Canada…) e alla ripartenza Vettel, sulle ultrasoft, non ha avuto problemi a tenere a bada i rivali e ad allungare. Gara no per Hamilton, che ha lamentato scarsa potenza nel primo stint. Per questo è stato richiamato prima del previsto ai box per il pitstop, nonostante fosse sulle ultrasoft, per risolvere il problema di raffreddamento. L’intervento è riuscito, ma Hamilton ha perso una posizione nei confronti di Ricciardo quando l’australiano ha effettuato la sua sosta.
Vettel, Bottas e Raikkonen hanno avuto un primo stint lungo, cosa che ha funzionato per i primi due, che hanno mantenuto le prime due posizioni, ma non per il finlandese, che è scivolato in 6°. A un certo punto abbiamo avuto la speranza di poter vedere una lotta per la leadership, con Bottas che ha ridotto il gap con Vettel, finché è andato largo alla prima curva e ha dovuto rinunciare,concentrandosi invece sul difendersi da Verstappen. Dietro, breve duello accennato tra Hamilton che si è avvicinato a Ricciardo, ma l’inglese ha avuto più problemi nel traffico dei doppiati di Ricciardo. Settimo – per l’ennesima volta – e primo dei doppiati Nico Hulkenberg, davanti al compagno di squadra in Renault Carlos Sainz, che ha scampato per un soffio una collisione (e una penalità) con la Force India di Sergio Perez alla curva 1: il messicano è rientrato in pista e miracolosamente non ha toccato altre macchine, ma via radio si è lamentato della manovra dello spagnolo invocando persino la bandiera nera… Nona la Force India di Esteban Ocon, con la Sauber di Charles Leclerc a chiudere la zona punti.
Undicesima la Toro Rosso di Pierre Gasly, che ha rimontato dalla 19° posizione dopo la penalità per la sostituzione del motore, con Romain Grosjean (partito ultimo) 12° davanti a Kevin Magnussen. E non è stata una festa il 300° GP di Fernando Alonso, in zona punti quando gli è stato detto via radio che doveva ritirarsi e rientrare ai box per un problema allo scarico. Ma come? I problemi non erano tutti del motore Honda? Zak Brown dovrebbe iniziare a pensare a qualche scusa credibile, a questo punto, altro che pensare a correre in campionati americani… Davvero triste la situazione McLaren, con Stoffel Vandoorne che ha arrancato fino alla 16° posizione. Ultima la Williams di Sergey Sirotkin.
Abbiamo detto all’inizio e lo ribadiamo: noia mortale e, dopo Monaco, pensavamo di aver finalmente scavallato. Chissà le risate che si sarà fatto Tilke guardando questa gara e pensando a chi lo accusa per i suoi circuiti. Montreal è una pista dove si può superare, ma è stato un trenino, come sono partiti sono arrivati, nessuno che ci abbia provato davvero. Motivo? I regolamenti. Motori che devono durare 5 gare e quindi i piloti devono guidare come la sciura Maria che va al supermercato e pneumatici che sembrano tutti uguali ma con una verniciata di colore a caso.
Tocco finale, da lanciarsi dalla poltrona, quando una signorina ha sventolato la bandiera un giro prima e fortunatamente in quell’ultimo giro non ci sono stati sorpassi perché, da regolamento, la gara finisce comunque quando viene sventolata la bandiera (la prova è che la classifica provvisoria è data dopo 68 giri, non ai 70 previsti). La signora o signorina sarà anche una sventola e avrà mandato in confusione gli ormoni di Charlie Whiting, ma per favore pietà, datevi una regolata, perché questa Formula 1 non va. E’ tutto concentrato sul business (le avete viste le stelle dello sponsor sui semafori al via?), ma lo spettacolo diminuisce sempre più. Abbiamo visto un tweet di un appassionato australiano che diceva: “Voi vi lamentate, ma pensate a me che mi sono svegliato alle 2 di notte per vedere questo schifo!“). Sia ben chiaro, tutto questo non toglie niente al gran weekend in crescendo di Vettel e della Ferrari, che lasciano Montreal con una serie di record che fanno bene alla classifica e al morale!
Prossimo appuntamento tra due settimane in Francia e speriamo di vedere una gara vera… siamo a un terzo del campionato e al pensiero che manchino ancora 14 gare viene un mancamento: oggi al confronto dellal gara di Montreal è parsa entusiasmante persino la Formula E a Zurigo, il che è tutto dire!
Barbara Premoli