E’ andato in onda venerdì sera su Sky Sport MotoGP uno speciale dedicato al pilota Ducati Andrea Dovizioso: “Asfalto, la strada di Dovi”. Nell’intervista esclusiva, realizzata da Antonio Boselli in occasione della presentazione dell’autobiografia del ducatista, imtitolata appunto “Asfalto” ed edita da Mondadori, Desmodovi ha parlato di diversi argomenti, compreso il rapporto personale con tanti colleghi delle due ruote. Di seguito, alcuni estratti dell’intervista.
Su Lorenzo: Io dò tanta importanza al rispetto e a come ci si comporta, ci sono persone che credono di fare la cosa giusta ma non la stanno facendo. A Valencia, Lorenzo si è comportato in buona fede fino a un certo punto anche se lui è convinto di essere nel giusto. Forse credeva che mi stesse aiutando.
Su Iannone: Ci sono tante persone che fanno cose di nascosto per ottenere certi risultati, io non sono stato educato così. Per me è dura, ed è stata dura avere a che fare con questo tipo di persone ed è brutto. Ci vuole rispetto e, soprattutto, una cosa che ho capito, è che bisogna concentrarsi su se stessi, non al male degli altri. Quando pensi solo a te stesso, non fai male agli altri e questo è rispetto, secondo me è la base e quando hai a che fare con gente che non ragiona così, si fa veramente fatica. Non è piacevole.
Su Rossi: Se ci conoscessimo forse diventeremmo amici, ma ci sono delle ragioni per cui Rossi debba vivere in un certo modo: è diventato troppo importante, è chiuso in una cerchia in cui si fa fatica ad entrare oppure ti devi comportare in un certo modo per entrarci, che non è il mio modo. Per la passione che ha per i motori, posso dire che siamo molto simili.
Sul prossimo compagno di squadra: Chi preferisco tra Petrucci e Miller al posto di Lorenzo? Non mi cambia niente, sono due piloti molto forti e talentuosi, interpretano molto bene la Ducati. A ogni modo, sarà una bella esperienza per uno di loro. Sono curioso anche io di conoscere chi sarà al mio fianco, ma non credo che dovremo aspettare molto tempo per saperlo.
Sull’infanzia: Ho vissuto un’infanzia da sogno, il mio babbo mi ha trasmesso la passione per le moto e ho vissuto spensierato anche se avevamo problemi seri, veramente non avevamo la benzina per tornare a casa dalle gare. Io mangiavo con le famiglie degli altri piloti, perché non c’era la possibilità e si aveva il minimo indispensabile.
Redazione MotoriNoLimits